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mercoledì 11 agosto 2010

"Radici" - morto il produttore David Wolpert

Era l'8 settembre del 1978, quando la televisone italiana mandò in onda il primo episodio della serie televisiva "Radici", prodotta da David Lloyd Wolper che è morto ieri (10 agosto 2010) a 82 anni. La televisione era ancora in gran parte in bianco e nero (si era in quella fase della sperimentazione a colori iniziata nell'agosto del 1975 e conclusa nel 1981).



Si aspettava il venerdì sera, alle 20.40, per guardare gli episodi della serie.

Radici, tratto dal romanzo del 1976 di Alex Haley (Roots: The Saga of an American Family) e prodotto per la ABC negli Stati Unit nel 1977, è la storia romanzata degli avi dello stesso autore a partire da uno schiavo mandinka di 16 anni, Kunta Kinte (interpretato nella serie televisiva da Levar Burton) che nel 1750 viene catturato nel suo villaggio di Jufureh (oggi in Gambia) e venduto in America per lavorare forzatamente nelle piantagioni di cotone della Virginia. E' un'epopea familare attraverso violenze e tentativi di fuga (a Kunta Kinte verrà amputata una parte del piede per impedirgli di correre). La figlia Kizzy, anch'essa venduta come schiava, violentata e abusata continuamente dal suo padrone, metterà alla luce un figlio a 17 anni, George, anch'esso schiavo.
Nel 1979 verrà trasmesso anche un seguito: Roots: The Next Generation, con meno successo.
La serie televisiva, che fu un grande successo, sia in America che in Italia, mostrò al pubblico italiano - quello ampio, non quello dei libri - seppur in modo romanzato e attenuato - il dramma di quell'orrore della storia umana che va sotto il nome di tratta degli schiavi.

Dal 1501 al 1888 (anno ufficiale dell'abolizione della schiavitù - di fatto, soprattutto nell'Africa portoghese bisognerà aspettare la metà del 1900 per la totale scomparsa) sbarcarono in America (Haiti, Santo Domingo, Cuba e Brasile) 9.500.000 (nove milioni e mezzo!) di schiavi (in realtà secondo alcuni studi furono ridotti in schiavitù 21 milioni di Africani dei quali circa la metà - 10 milioni - morirono durante la traversata dell' Oceano Atlantico).
Quella degli uomini è stata la prima risorsa che è stata sfruttata e depredata in Africa (certo con la complicità dei mercanti di schiavi africani e arabi) da parte di quei Paesi che poi occuperanno, manu militari, l'intero continente.
La costa che da Dakar passa per le foci del Niger e arriva in quello che oggi è il Benin (ex Dahomey) è ricordata come la Costa degli Schiavi, perchè da quell'area partirono, legati alle catene e senza più far ritorno, la maggior parte degli schiavi africani.

Il villaggio nativo di Kunta Kinte, Jufureh, sulla sponda nord del fiume Gambia, è una meta obbligata per gli afro-americani che giungono da queste parti. Quando vi sono passato, nel 1993, vi era un piccolo museo. Ho visto alcune signore piangere giungendo al villaggio perchè per loro si trattava più di un pellegrinaggio che di una visita turistica (questo credo sia l'impatto che "Radici" ha avuto su una parte della popolazione americana). Proprio di fronte a Jufureh, c'è James Island (da dove si crede sia partito il protagonista di "Radici"), isola contesa tra inglesi, francesi e olandesi e fino al 1779 punto di partenza degli schiavi verso l'Atlantico. L'isola - allora in totale stato di abbandono - portava ancora i segni delle catene. Strategica perchè collocata nella foce del fiume, una trentina di chilometri all'interno e quindi riparata dal mare e facilemente controllabile. Nel 2003, l'UNESCO l'ha inserita nei Patrimoni dell'Umanità. Poco più a nord, di fronte a Dakar, vi è l'altro sito (ben mantenuto) da dove partivano gli schiavi verso le Americhe. E' l'isola di Goree, che fino al 1848 è stata usata come luogo di raccolta degli schiavi. Nel 1978 l'UNESCO l'ha inserita all'interno dei Patrimoni dell'Umanità.


2 commenti:

rossorosso ha detto...

Ciao, che dici, non sarebbe il caso di "rinfrescare la memoria" a un bel pò di gente???? Una replica, in questo caso, non sarebbe niente male! Ciaooooooooo

Gianfranco Della Valle ha detto...

Ciao ho fatto un pò di casino nella pubblicazione. Stavo scrivendo un post sulla giornata internazionale per il ricordo della tratta degli schiavi e della sua abolizione e volevo citare l'articolo dello scorso anno su Radici, ma l'ho pubblicato come fosse oggi. Ora tutto al suo posto e soprattutto un post "per rinfrescare" la memoria! Ciao
Gianfranco

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