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mercoledì 22 dicembre 2010

La radio in Africa

La radio è tutt'oggi il più diffuso strumento di comunicazione in Africa. In un continente di tali vastità, con luoghi ancora oggi difficili da raggiungere e dove la trasmissione orale delle conoscenze ha un ruolo predominante, lo strumento radiofonico non poteva che diffondersi in modo ampio e capillare. A partire dal 1920, quando in Europa cominciano le prime trasmissioni radiofoniche (nel 1921 nasce la più antica emittente radio ancora esistente, la British Broadcasting Company - BBC) e negli anni '30 in cui si diffondono le onde corte (in inglese shortwave, che permettono con basse potenze di diffondersi a lunghissime distanze) la radio assume il ruolo di protagonista. In Africa le installazioni delle prime emittenti datano 1924 in Sudafrica, mentre la prima vera emittente radio è nata a Dakar nel 1939. Ad usarle sono ovviamente i colonizzatori e in particolare i missionari. con lo scopo di diffondere "il verbo". Infatti da subito si capisce la straordinaria funzione politica, culturale, spirituale e commerciale della radio. Essa rappresenta lo strumento di diffusione dell'amministrazione coloniale, infatti fin dal dicembre 1932 la BBC lancia quello che oggi è conosciuto come BBC World Service (nato come BBC Empire Service) che si diffonde in tutto il mondo. Nel 1931 erano invece iniziate la trasmissioni del Centro Radio Imperiale di Prato Smeraldo (che sarà chiuso nel 2007 - quando termineranno le trasmissioni radio della Rai all'estero) da cui trasmetterà ad once corte Rai International. Nel 1939 il Governo Americano "nazionalizza" la diffusione nel mondo in onde corte (utili per la propaganda politica) che sarà affidata alla Voice of America. Durante il periodo pre bellico e bellico della Seconda Guerra Mondiale la radio sarà uno straordinario strumento di propaganda politica nel mondo.
Negli anni '60 l'UNESCO metterà l'accento sul ruolo educativo della radio. Nasceranno allora le Radio Rurali Educative che diffonderanno in Africa non più la propaganda politica o religiosa, ma un'insieme di conoscenze (educative, sanitarie, culturali) che contribuiranno allo sviluppo umano.
Durante l'epoca della decolonizzazione la radio sarà usata in maniera differente tra l'Africa anglofona, che privileggerà la stampa per la diffusione delle idee indipendentiste e l'Africa francofona più vicina invece al mezzo radiofonico.
Negli anni 1989-90 in molti paesi africani verranno liberalizzate le trasmissioni radio, dando via libera alla nascita delle emittenti private. Nel 1992 nascerà in Burkina Faso, la Horizon FM ritenuta la prima radio commerciale africana.
Un ruolo determinante - per sottolineare la potenza dello strumento radiofonico - è stato assunto dalla radio RTLM (Radio Television Libre des Mille Collines) di Kigali, in Ruanda, nell'istigazione al genocidio ruandese del 1994, quando incitava ad "schiacciare gli scarafaggi tutsi".
E' chiaro che fino a quando le radio erano costruite con valvole termoioniche l'utilizzo in ambiente rurale ne è stato fortemente limitato. A partire dagli anni '60 invece, quando le valvole furono sostituite dai transistor e le radio poterono essere alimentate a batteria, la diffusione avvenne in modo esponenziale.
Gli africani in genere hanno un'assoluta dipendenza dalla radio. Chiunque si sia recato nel continente ha potuto verificare (in modo particolare nel periodo pre cellulari e pre internet) che ovunque si trova una radio funzionante. Dalle onnipresenti radioline a transistor portate alle orecchie, alle radio nei locali, nei mercati e perfino in molti sperduti villaggi. La vita è scandita dal suono, a volte un pò gracchiante e metallico, della radio.

Sulla radio ho due ricordi.
Il primo è a Tanga in Tanzania. Siamo nel 1991 e tra i luoghi dove dormire vi era una meravigliosa Guest House (di cui non ricordo il nome) gestita da un'anziana signora inglese. Era la sua casa in stile coloniale, proprio di fronte al lungomare, nella quale erano state ricavate 8 stanze da affittare al piano superiore, mentre lei abitava quello inferiore. Quando si entrava, si finiva di fatto nel suo salone, con delle credenze colme di piatti e bicchieri, un grande tavolo con una decina di sedie, due grandi lampadari e due pale da soffitto come ventilatori. Sul lato destro vi era una grande poltrona rossa, su cui sedeva la signora. Sul tavolino in fianco c'era una grande radio a valvole perennemente sintonizzata sulla BBC. Quando arrivai l'anziana signora, dopo avermi confermato la disponibilità di una stanza, mi disse - "attanda che chiamo il ragazzo", e suonò un campanello. Dopo qualche minuto apparve sull'uscio della rampa delle scale che dava al piano superiore un signore tanzaniano, credo vicino ai 60 anni, vestito da perfetto maggiordomo. Sorrisi. Nei giorni succcessivi la signora mi raccontò di essere arrivata a Tanga poco più che ventenne assieme al marito. Di aver avuto a servizio, fin dai primi giorni del suo arrivo, un ragazzo del posto che di fatto era cresciuto nella loro casa. Una decina di anni prima era morto il marito, lei vedova aveva provato a tornare in Inghilterra, ma dopo solo alcuni mesi era riapparsa nella sua casa a Tanga. Aveva allora deciso di aprire la Guest House che assieme al "suo ragazzo" ora gestiva. Nei pochi giorni che ho dormito in quella casa, ricordo di averla vista sempre seduta su quella poltrona, con il ventilatore acceso e l'immancabile BBC sullo sfondo. Come se aspettasse qualche magica e straordinaria notizia.

L'altro episodio con la radio riguarda invece la mia permanenza in Gambia, tra il 1992 e il 1994. Dove vivevo non c'era il telefono (arrivò solo negli ultimi mesi prima del mio rientro in Italia) si andava a faxare e telefonare a circa 150 chilometri di distanza. Insomma non proprio una passeggiata. L'unico contatto con le notizie "dal mondo" era la mia preziosa radio ad onde corte. Ero partito dall'Italia poco dopo l'assassinio di Giovanni Falcone e la situazione, tra stragi, assassini, tangentopoli ed elezioni era da seguire con un certo interesse. La Rai Internazionale trasmetteva due o tre volte al giorno un telegiornale che - nonostante aspettassi con ansia - ho sempre definito "le notizie per deficienti". Infatti, dopo alcune ipersintetiche notizie di cronaca, si passava ad un ricco servizio sulla produzione dell'asparago bianco del polesine o delle mele del trentino! Ma la domenica la rai trasmetteva per ben 4 ore consecutive: tutto il calcio minuto per minuto con la voce già roca di Sandro Ciotti, le interviste del dopo partita e i commenti sul campionato di calcio. Quanto ho odiato la Rai!

A proposito di radio e Africa vi segnalo Afriradio, la voce dei popoli d'Africa e del Sud del Mondo dei missionari comboniani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La radio era sicuramente uno status simbol in Gambia e l'inseparabile compagna notturna dei watchmen.
Ricordo che in un periodo in cui restai sola il "buon Famara" era infuriato(nonostante il pieno Ramadan) con la moglie che gli aveva rotto la sua.
Ci furono addirittura minacce di morte se la "radiò" non fosse "tornata ok" al suo rientro al mattino.
Per cercare di placarlo gli misi la mia, sintonizzata rigorosamente su "Radio Gambia", dietro la zanzariera della finestra più vicina alla sua postazione.
Riuscii nell'intento, ma alle 3 di notte: -Boss, boss- così mi chiamava quando non c'era mio marito - radiò, radiò assez, assez radiò-...dovevo spegnerla altrimenti avrei consumato troppa corrente!!!
Grazie per il pensiero, caro Famara, ma avrei preferito dormire, chissà, forse voleva farsi una pennica in silenzio anche lui!

Gianfranco Della Valle ha detto...

Grazie Marina di questo inserto. E' vero in molte occasioni la radio è "un inseparabile compagna" (in modo particolare in alcuni luoghi).

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