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mercoledì 4 aprile 2012

Mai più mine antiuomo!

In guerra, si sa, tutto è possibile. Le armi sono sempre più sofisticate e gli uomini sempre più pronti a crudeltà di ogni tipo. Nonostante gli sforzi di alcuni i conflitti armati continuano ad accendersi in quasi ogni angolo del pianeta. Alcuni durano lo spazio di alcuni giorni, altri si trascinano per anni e decenni, spesso dimenticati da tutti. Alla fine - quando una fine esiste - lasciano sempre distruzioni fisiche e morali - che colpiscono sempre la popolazione civile - per cui spesso non basta una vita intera per superare il dolore di quanto accaduto. A volte non si capisce nemmeno l'origine del conflitto. Forse l'uomo - nel senso di genere umano - è stupido davvero.
Tra le eredità più meschine e subdole che le guerre lasciano vi sono senz'altro le mine antiuomo (ecco una trattazione completa su Conflitti Dimenticati) - di cui oggi si celebra la Giornata Internazionale di Sensibilizzazione, voluta dalle Nazioni Unite nel 2005.
Le mine antiuomo - disseminate allegramente durante i conflitti (costano poco e vengono spesso lanciate direttamente dagli aerei) per impedire le avanzate di terra - colpiscono a distanza di decenni e decenni, e a farne le spese è sempre la popolazione civile. Nel 2010 le vittime delle mine-antiuomo sono state 4191, in 60 paesi diversi (con un aumento del 5% rispetto al 2009). Di queste, 1155 sono i morti e 2848 i feriti, che per le mine generalmente significano amputazione di un arto.
Un immagine di Miss Landmine 2008 che ha girato il mondo
Di queste vittime, stando al Report 2011 sulle Mine anti-uomo di Landmine Monitor il 75% sono civili e il 25% sono bambini. Esse si aggiungono tristemente alla lunga lista di mutilati che in alcuni paesi rappresentano fasce importati della popolazione.
Nonostante  le mine antiuomo siano state messe al bando nel 1997, al settembre 2011 erano 157 gli Stati del mondo che avevano firmato il Trattato. Nel gruppo del 20% dei Paesi del Mondo che non hanno firmato la messa al bando vi sono gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, l'India, il Pakistan, Israele, Cuba, le Coree, l'Egitto, la Libia, il Marocco, la Polonia, la Finlandia e tanti altri.

Sono 12 i paesi che continuano a produrre mine-antiuomo, ovvero Cina, Cuba, India, Iran, Myanmar, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Singapore, Corea del Sud, Stati Uniti e Vietnam.

Ma, la cosa più grave è che tre governi (Israele, Libia e Myanmar) hanno minato aree del proprio territorio nel corso del 2010. E' bene sottolineare che si tratta di operazioni governative, poichè anche in Afghanistan, Pakistan e Colombia nel corso del 2010 sono state minate delle aree, ma in questo caso a farlo sono stati gruppi non governativi o ribelli, il cui controllo è naturalmente più complesso.

Sono oggi 72 i paesi del mondo dove si trovano ancora disseminate mine-antiuomo. In 24 paesi Africani, in 18 paesi dell'Europa ed ex-URSS, in 15 paesi asiatici, in 8 paesi del Medio-Oriente e in 7 paesi delle Americhe.
I paesi che hanno più di 100 km quadrati di campi minati si trovano l'Afghanistan, l'Angola, la Bosnia, la Cambogia, il Ciad, la Croazia, l'Iran, l'Iraq, il Marocco, lo Sri Lanka, la Tailandia, la Turchia e lo Zimbabwe. Luoghi che sono stati caratterizzati da lunghe e spesso oramai datate guerre.
Le aree minate oltre a creare danni fisici alla popolazione, impediscono spesso lo sviluppo - ad esempio agricolo - di interi territori ritenuti in precedenza fertili e produttivi.

Topo sminatore in azione
Infine, è giusto sottolineare l'impegno di chi smina. Un lavoro complesso, difficile e pericoloso (il 20% degli incidenti del 2010 riguarda il personale che smina) fatto da uomini (molti di organizzazioni non governative) e recentemente da topi addestrati. Un'opera che, nonostante il massiccio impiego di personale, ha portato nel 2010 a bonificare 200 chilometri quadrati nel mondo.
Questo gioco perverso del genere umano, costa a tutti noi una cifra vicina ai 500 milioni di dollari, per ogni anno. 

Il poster della campagna di CALM
Dire oggi stop alle mine anti-uomo è un imperativo. Bisogna impedire la fabbricazione, ancor prima che l'ultilizzo, di questi strumenti micidiali di morte. Vi segnalo il lavoro della Campagna Italiana contro le Mine in cui è possibile  aderire alle iniziative ed avere tutte le informazioni dettagliate e immediate sul tema delle mine.
Così come vi segnalo il sito della International Campaign To Ban Landmines che tra le altre cose richiama alla necessità di protestare contro la Siria che utilizza, nel conflitto in corso, le mine antiuomo.

Sancara aveva già parlato delle mine-antiuomo con questo post dell'agosto 2010, intitolato Come ti faccio saltare una gamba, purtroppo la situazione non è per nulla cambiata.



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