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venerdì 24 gennaio 2014

Kimberley: un buco nella terra

Oggi a Kimberley, citta' del Sudafrica, è possibile osservare quello che universalmente è conosciuto come il Big Hole (il grande buco), la più grande miniera diamantifera, scavata a mano, del mondo. A Kimberley di fatto cominciò, a fine 1800, la storia, a tratti tragica e drammatica, dei diamanti.
Nel 1866 sul fiume Orange fu trovato un diamante di 21,25 carati (oltre 4 grammi). Nel 1871 sulla collina di Colesberg Kopje, quella del grande buco appunto, fu trovato una diamante di 83,50 carati (quasi 17 grammi!). Si incominciò a scavare dando inizio a quella che è comunemente chiamata la corsa ai diamanti. Nel giro di poco tempo non solo la collina sparì, ma 50.000 minatori, scavarono a mano fino a 215 metri di profondità. Quando il 14 agosto 1914 la miniera (diventata anti-economica con la prima guerra mondiale) fu chiusa, erano stati rimossi, a mano, 22,5 milioni di tonnellate di terra e, cosa molto più importante, erano stati estratti 2.722 chilogrammi di diamanti! (circa 14,5 milioni di carati).

Dopo la guerra si tentò di riaprirla, ma l'impresa risultò impossibile. Oggi 41 metri di acqua ricoprono il grande buco. Dal 2006 la miniera è diventata un'attrazione turistica.
Il Big Hole è candidato a diventare Patrimonio dell'Umanità UNESCO.

A beneficiare dell'enorme ricchezza non furono naturalmente i minatori o i sudafricani, ma un signore di nome Cecil Rhodes, un imprenditore inglese giunto in gioventù in Sudafrica, che dopo aver iniziato a vendere pompe idrauliche ai minatori, acquistò le miniere nel 1888, creando il più grande colosso mai esistito di estrazione di diamanti: la De Beers.
Quando nel 1902 Rhodes morì, la De Beers controllava il 100% del mercato dei diamanti sudafricani e il 90% di quello mondiale.
La morte di Rhodes fece emergere un nuovo personaggio, il giovane (aveva 22 anni all'epoca) Ernest Oppenheimer, ebreo tedesco, che sfruttando la
scoperta di un nuovo filone diamantifero il Premier Mine (non controllato dalla De Beers), divenne il nuovo "padrone dei diamanti", tanto che nel 1927 diventerà il proprietario della De Beers (ancora oggi l'azienda è controllata dai suoi discendenti).

Kimberley fu il primo nucleo di industrializzazione del Sudafrica. Attorno alla miniera cresceva la città che, a volte suo malgrado, era contesa (durante le guerre boere) e fonte di tensioni. Nel 1882 Kimberley ebbe il primato di essere la prima città dell'emisfero sud le cui strade erano elettricamente illuminate. Nel 1885 fu completata la ferrovia che portava a Capo Town, mentre nel 1913 fu inaugurato l'aeroporto.
Kimberley a fine '800, foto da Wikipedia

Nel 2000 Kimberley ospitò le trattative per quello che è conosciuto come Kimberley Process, un accordo che impegna stati, comunità internazionale e l'industria diamantifera ad una lotta contro l'uso di diamanti estratti e venduti illegalmente finalizzati a pagare guerre e gruppi guerriglieri.

I diamanti che hanno reso più belli gioielli e donne, hanno anche creato (e continuano a farlo) enormi danni sui lavoratori e su popolazioni inermi (vedi questo post di Sancara intitolato Un diamante è per sempre).

Ecco il sito del Big Hole, con notizie, immagini e storia

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