Pagine

giovedì 15 maggio 2014

Linea dura con i terroristi in Nigeria

Stamane, in maniera del tutto fortuita, ho avuto modo di ascoltare e interloquire con il Ministro degli Interni della Nigeria, Abba Moro, in visita a Venezia (e a Treviso), ospitato dall'organizzazione umanitaria I Care di Treviso.
Moro, sconosciuto ai più fino a due giorni fa quando, a nome del governo della Nigeria, ha rifiutato di negoziare con i terroristi dell'organizzazione Boko Haram, che ancora detiene le oltre 200 ragazze rapite oramai un mese fa.

Il Ministro Moro, a Venezia nell'ufficio del Vicesindaco Simionato

Moro ha confermato che la decisione del governo è quella di non trattare con i terroristi. Dopo aver dato ordini all'esercito di "scovare le ragazze e di fare cessare le attività di Boko Haram" il ministro conferma che uomini dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Francia e dal Kenya sono già sul campo per assistere il governo e l'esercito nella caccia a Boko Haram.

Egli ricostruisce la storia di Boko Haram in questo modo. "All'inizio pensavamo fossero un gruppo di "ragazzacci" fanatici islamici, che colpivano nelle città con piccole azioni. Li abbiamo relegati fuori dai centri urbani e spinti verso il nord. Poi, hanno iniziato a ricevere aiuti dall'esterno, si sono armati e hanno cominciato a colpire con più insistenza e a spot. Questa volta, colpendo le ragazze, hanno superato il segno". 

Una ricostruzione forse semplice, ma non del tutto inverosimile.

Il ministro tiene però a precisare che la stampa occidentale esagera con le "brutte notizie" dalla Nigeria che resta un paese sicuro, e dove gli investitori privati sono benvenuti, certo dove è presente del terrorismo. Del resto, conclude il Ministro, "anche da voi è stato ucciso mio fratello" (un gioco di sul suo cognome e quello di Aldo Moro).

A margine il Ministro ha anche affermato che sono state semplificate le procedure di visto per l'entrata in Nigeria. Oggi è possibile ottenere il visto in aeroporto e nei porti.

Moro stanco dal viaggio, si è presentato con grande semplicità. Saluti, strette di mano, un cappello che non si è mai tolto. Accompagnato da un'assistente e da una traduttrice (in realtà una nigeriana che da tempo vive nel Veneto). Informale quando ha chiesto un bicchiere di vino, ma allo stesso tempo pungente e fermo con lo sguardo mentre parlava con i sue due connazionali. 

Il ministro sarà nel Veneto fino a martedì.


Nessun commento:

Posta un commento