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lunedì 22 febbraio 2021

Nella Repubblica Democratica del Congo, non tutti i morti valgono uguali

Purtroppo si parla della Repubblica Democratica del Congo (un tempo conosciuto come Zaire) solo quando la cronica ci restituisce l'omicidio di nostri connazionali. Desta ancora più perplessità (e personalmente profonda indignazione) lo stupore della politica e della nostra comunità. Da quasi tre decenni nella Repubblica Democratica del Congo ed in particolare la zona del Kivu si combatte quella che molti definiscono la "Guerra Mondiale Africana". Siamo in una terra che per ricchezza del sottosuolo veniva definita uno scandalo geologico. In virtù della nostra necessità di attingere a quelle preziose risorse, utili per le nostre economia, abbiamo tollerato tutto. Oltre 5 milioni di morti a partire dal 1994 - quando a complicare una situazione già ai limiti - si riversano nell'area milioni di profughi provenienti dal Ruanda e dopo di loro i carnefici di quell'orrenda e ignobile pagina della storia.  in questa terra martoriata e dimenticata. Donne stuprate come arma di guerra da mostri umani, gli stessi che favoriscono quando non sono i diretti venditori la vendita di tutto quello di cui abbiamo bisogno. Nel Kivu si combatte senza sosta, a riflettori spenti.

Spenti per il mondo intero, per le telecamere e per le penne dei grandi media, non certamente per quali come Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo (nella foto), che non si sono voltati dall'altra parte e svolgevano, con grande impegno la loro opera in quei contesti, mettendo, come purtroppo è successo perfino la loro vita in gioco. 

Ancora una volta dobbiamo essere onesti. Quello che succede nel Kivu ha delle precise responsabilità e non può continuare a lasciare indifferenti. Del resto nel nostro Pianeta le situazioni di guerra franca, ignorate e dimenticate, crescono. Somalia, Siria, Libia, Yemen, Iraq, Congo e Afghanistan, tanto per citare quelle situazioni più note e conosciute, sono diventate, per differenti ragioni, croniche malattie del nostro mondo sempre più fragile e ingiusto.

Ancora una volta il sacrificio di questi uomini accenderà i riflettori sulle cause e sulle dinamiche si queste situazioni per poi lentamente, così come è sempre avvenuto, spegnersi per tornare in quell'oblio, molto comodo all'economia mondiale. 

I denari sporchi (insanguinati si chiamavano una volta) raccolti in questi luoghi alimentano quell'enorme traffico di illegalità che cresce nel Mondo e che sempre più chiaramente tende ad alimentare il caso, dove la legge del più forte e la paura dominano.




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