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mercoledì 3 agosto 2011

Mubarak a processo. E l'Egitto?

Oggi molti quotidiani riportano la notizia dell'inizio del processo a Hosni Mubarak, ex leader egiziano, a quasi sei mesi dalla sua deposizione e dopo trenta anni di potere assoluto. Già la sua presenza al processo ha del miracoloso, visto che in diverse occasioni era stato dato per morto o comunque molto vicino ad esserlo. Il processo è intentato contro l'ex-dittatore per la dura repressione effettuata, su suoi ordini, dalla polizia contro i manifestanti del nel gennaio-febbraio scorso riuscirono, non senza la neutralità dell'esercito, a detronizzarlo. La repressione costò la vita a 850 persone. Il processo è trasmesso in diretta alla televisione, ma nonostante questo le strade sono state invase dai manifestanti e gli scontri non sono mancati. Dopo la caduta del regime, e l'inevitabile euforia per la vittoria, da tempo piazza Tahrir è tornata al centro delle proteste e dei sit-in che vedono protagonisti "i rivoluzionari", che chiedono urgenti riforme, e il Consiglio supremo delle Forze Armate (SCAF) che oggi gestisce il potere in Egitto. E' ovvio che il processo a Mubarak, nonostante l'alto valore simbolico che assume, non sposterà di una virgola la necessità di ricercare soluzioni ai problemi egiziani.  In gioco vi è il futuro del paese e il suo assetto istituzionale (sono quasi una trentina i partiti politici sorti o rifondati negli ultimi mesi), in attesa delle elezioni presidenziali previste in autunno.
E' una situazione complessa e in divenire, e dove fare previsioni è come sempre molto difficile. Come molti ho letto in questi mesi articoli di analisti (giornalisti, politologi e geopolitologi), più o meno credibili, che profetizzavano futuri nefasti per l'Egitto. Un Egitto oramai in mano ai fondamentalisti islamici dove non vi era più spazio per quella che molti hanno battezzato come la "primavera araba". Spesso sono gli stessi specialisti che si sono ritrovati tra le mani "le rivolte arabe" senza una benchè minima previsione o un'analisi che ne anticipasse contenuti e possibili sviluppi. Verrebbe da dire, fonti non certo molto attendibili.
Allora, proprio ieri, mi è capitato di leggere l'ultimo post del blog Il Mio Egitto- Diario della Rivoluzione, scritto da Jasmine (ma il nome potrebbe essere di pura fantasia). italiana che vive al Cairo da oltre 13 anni, e che critica, stroncandoli in modo deciso, alcuni degli ultimi articoli sull'Egitto apparsi sulla stampa italiana e che contribusicono a costruire la nostra idea di quello che accade in Egitto. Vi consiglio vivamente di leggerlo.

Il Mio Egitto è una fonte da seguire con attenzione per chiunque voglia cercare di capire cosa avviene in quella parte del mondo. Con gli occhi di chi vive sul posto e ha partecipato alle manifestazioni, esso prova a rispondere, con fatti e commenti, alla domanda che molti egiziani si stanno facendo: Come sarà il nostro futuro? 

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