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giovedì 23 febbraio 2012

Popoli d'Africa: Arbore

Gli Arbore (talora scritto Irbore) sono un piccolo gruppo etnico (si stimano circa 7.000 persone), che vivono in Etiopia nei pressi del Lago Chew Bahir (o lago Stefanie), ad ovest del fiume Woito. Parlano una lingua cuscitica (a cui appartengono anche l'oromo e il somali). Usano anche la lingua franca dell'area che è il Konso e altre lingue di etnie vicine come l'Hamer, e il Tsemay. Secondo alcuni abitano l'attuale area da circa due secoli. La loro discendenza è posta tra i Borana e i Dassanetch.
Tradizionalmente sono dei "commercianti", per questa ragione si spostano anche molto lontano per seguire i loro commerci. Un tempo possedevano l'assoluto monopolio del commercio dell'avorio nell'Africa Orientale. Naturalmente per vivere sono anche abili pastori, pescatori, agricoltori (mais e sorgo) e produttori di miele.
Sono di religione islamica, sebbene siano ancora molto presenti credenze tradizionali che riconoscono un unico Dio creatore, chiamato Waq.
All'interno dei loro rituali sono abili danzatori e cantanti - sostengono che danzare e cantare favorisce l'eliminazione delle energie negative che a loro volta genera prosperità per l'intera collettività. Mentre le donne sono riconosciute per i loro coloratissimi ornamenti, in particolare orecchini, collane e bracciali con cui ricoprono il loro corpo (realizzati con i più svariati materiali quasi perline, metallo, avorio, pezzi di animali) e per i copricapo (e spesso dei vestiti) di colore nero per proteggersi dal sole. Durante i rituali - in particolare quello della circoncisione dei bambini - colorano il loro corpo con terre e colori estratti dai vegetali.
Sono frequenti i matrimoni con altri etnie, in particolare con i vicini Tsemai, da cui diventa sempre più difficile distinguerli.
Vivono in quattro grandi villaggi (Dir), chiamati Gandareb, Kulaama, Murale e Eegude, in ogni villaggio - le cui capanne sono costruite utilizzando esclusivamente canne e disposte a semicerchio-  vi sono tra i 10 e 12 clan esogamici.
Hanno una rigida struttura sociale basata su classi di età, con cui attraverso rituali di passaggio, si procede verso una sempre maggiore considerazione nella scala gerarchica del clan.


Tra gli aspetti simpatici di questo popolo vi è l'uso da parte dei bambini delle zucche cave per ripararsi il capo dal sole.



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