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sabato 16 aprile 2016

Il poema epico T'heydinn

Tra le tradizioni della Mauritania quella dei poemi epici T'heydinn che raccontano le gesta degli emiri e dei sultani Mori rischiava di essere perduta per sempre senza un intervento importante della comunità internazionale. Nel 2011 infatti, l'UNESCO, pose i poemi nella lista dei Patrimoni immateriali dell'umanità che necessitano di cure e salvaguardia. Una sorta di tutela di una manifestazione culturale e artistica, in lingua Hassaniya, che da secoli si tramanda attraverso i cantastorie griots (o iggawen) che sono accompagnati dalla musica degli strumenti della tradizione (il tidnit, uno strumento a 6 corde simile ad un liuto, l'ardin, una simil-arpa a 13 corde, oltre alle immancabili percussioni come il tbal). Oggi i cantori sono sempre meno e sempre più anziani.

Il loro compito è stato quello, oltre che salvaguardare la memoria collettiva, di tenere vivo quel legame tra la comunità e la loro storia.
I poemi, alcune dozzine, risalenti XVII secolo, raccontano infatti la nascita e l'evoluzione della cultura e dell'arte dei Mori, delineandone i passaggi fondamentali e le tappe più significative.
Essi sono cantati e suonati durante le maggiori cerimonie della comunità, dai matrimoni alle feste di riconciliazione. 
Tra gli interventi a sostegno della salvaguardia vi è quello della trascrizione dei poemi e della formazione dei giovani griots (che storicamente erano sostenuti, per la loro sopravvivenza, dalla comunità). 

Ecco il link al video promosso dall'UNESCO sui poemi
 
Vai alla pagina di Sancara sui Patrimoni Immateriali in Africa

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