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sabato 6 aprile 2013

Il dramma del Ruanda, cominciò oggi


Per qualcuno oggi è una normale giornata, insolitamente piovosa e fredda per una primavera che, almeno in Italia, stenta a decollare.
Per altri questo giorno ha segnato l'inizio di un incubo infinito. 
Il 6 aprile 1994 segnò l'inizio di quello che è conosciuto come il genocidio del Ruanda (per la sua storia vi rimando a questo post di Sancara), dove in poco più di 100 giorni furono uccisi (meglio, orrendamente massacrati) quasi un milione di ruandesi principalmente di "etnia tutsi".


Il genocidio, che secondo le Nazioni Unite sono "gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso", è un crimine non insolito, purtroppo, per il genere umano, e che è definito giuridicamente come un "crimine contro l'umanità" e per questo  giudicato da un Tribunale Internazionale (è avvenuto anche per il Ruanda).

Nonostante il termine sia stato "coniato" durante la seconda guerra mondiale in riferimento al più noto dei genocidi (l'olocausto) la pratica di sterminare intere popolazioni ha origini più antiche e purtroppo meno conosciute o universalmente accettate come tali. Le popolazioni natie del Sud-America e del Nord-America vennero letteralmente sterminate o relegate in riserve. Eppure nessuno si prese la briga di giudicare coloro i quali diedero origine al primo  genocidio programmato (ironia della sorte, gli stessi che pochi anni dopo giudicarono - in qualità evidentemente di esperti - l'atroce genocidio dei tedeschi).

Così come passò quasi inosservato (e' stato riconosciuto come tale solo nell'ultimo decennio)  il genocidio che i tedeschi fecero nei confronti del popolo Herero nell'Africa Sud-Occidentale agli inizio del 1900 (che di fatto fu una prova generale di quanto avvenne quaranta anni dopo), che sebbene "contenuto" nei numeri, decimò oltre la metà di quella popolazione.

E ancora, il genocidio contro gli Armeni durante l'Impero Ottomano che tra la fine del 1800 e soprattutto nel periodo della prima guerra mondiale portò alla morte oltre 2 milioni di persone. E ancora la repressione stalinista nell'Unione Sovietica dove milioni di persone perirono nei Gulag (campi di lavoro collettivo).

Ma anche dopo la seconda guerra mondiale, quando crebbe la consapevolezza e la coscienza collettiva sull'uso indiscriminato (e gratuito) della violenza contro un popolo o una razza, i genocidi non sono mancati, anzi. Alcuni sono stati quasi ignorati e perfino tenuti "nascosti", con altri si è cercato di trovare fantasiose spiegazioni socio-politiche ed altri ancora sono stati perfino negati.

Dalla Cina a Zanzibar, dalla Nigeria durante la guerra del Biafra al Bangladesh, dalla Cambogia dei Khmer Rossi a Timor Est e fino alle ex-repubbliche sovietiche, il tentativo, e non solo, di sterminare intere popolazioni ha accompagnato tristemente la storia dell'umanità.

Poi vi sono stati la Bosnia e il Ruanda e infine il Darfur.

Certo quello che accadde in Ruanda, una vera e propria mattanza perchè effettuata a colpi di machete, con lo stupro di massa e con la mutilazione, in solo 100 giorni risulta perfino difficile da credere. L'uomo capace di gesti di straordinaria dolcezza e bellezza è lo stesso che è capace di atrocità che solo ad immaginare fanno inorridire.


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