giovedì 13 gennaio 2011

6 aprile 1994, scoppia l'inferno in Ruanda

Il 6 aprile 1994 è una data che segna il volto, abbruttendolo, dell'Africa. Quel giorno alle 20.20 ora locale, un aereo trimotore Falcon Dassault 50, di proprietà del governo del Ruanda, è in procinto di atterrare a Kigali, proveniente da Dar el Salam. Trasporta un carico importante poichè, oltre ai 3 membri dell'equipaggio (tutti francesi, il pilota era Jacky Heraud), tra gli altri 9 passeggeri vi sono il presidente del Ruanda Juvenal Habyarimana (57 anni, un hutu moderato, salito al potere nel 1973 con un colpo di stato quando era Ministro della Difesa) e il presidente del Burundi Cyprien Ntaryamira (39 anni, hutu moderato, eletto grazie ad un compromesso il 5 febbraio 1994). Tornano da un importante colloquio di pace per concludere gli accordi siglati ad Arusha nell'agosto 1993 e che in qualche modo, dopo decenni di conflitti e tensioni, divideva il potere con l'altra etnia del paese, i Tutsi. L'aereo è nel corridoio di discesa verso Kigali (a circa 2 chilometri), quando viene abbattutto da due missili terra-aria. Tutti i 12 occupanti muoiono.
Oggi è chiaro che ad abbattare l'aereo furono estremisti Hutu, alcuni vicini all'ambiente del presidente Habyarimana tra i quali il colonnello Theoneste Bagosora (nella foto) e gli ufficiali Anatole Nsengiyumva, Mathieu Ngirumpatse e Joseph Nzirorera (tutti condannati all'ergastolo nel 2008 dal Tribunale Internazionale dell'Aia)., contrari alla soluzione pacifica con i Tutsi e propensi invece ad una definitiva risoluzione militare. Oggi è abbastanza chiaro che l'assassinio fu pianificato nei mesi precedenti e che perfino il genocidio, che da esso si scatenò, sia stato frutto di un'azione programmata a tavolino. E' appurato che il Colonnello Bagosora riuscì la sera prima a cambiare la delegazione ruandese in modo che il Capo di Stato Maggiore, Deogratis Nsabimana (suo oppositore alla soluzione militare contro i tutsi), fosse presente. Così come sembra chiaro che i missili partirono dall'Anti-Aircraft Battalion (LAA) presenti vicino all'aereoporto di Kigali e di cui il Colonnello Bagosora era stato per molti anni comandante. Si pensa che l'assassinio sia stato programmato a partire dal febbraio 1994 quando in seno all'Hutu Power Movement nacque l'AMASASU (guidata dal colonnello Bagosora) con il preciso scopo di opporsi agli accordi con il Rwandan Patriotic Front (RPF) guidato dai Tutsi, frutto dei negoziati e degli accordi di Arusha del 1993. Da mesi infatti nell'ambiente militare, anche straniero, giravano voci sull'imminente caduta di Habyarimana.
Dopo l'abbattimento dell'aereo, la sera stessa, si costituì un comitato di crisi guidato dal colonnello Bagasora, a cui fu presente anche il generale canadese Romeo Dellaire (a capo della Missione ONU (UNAMIR) incaricata di verificare l'applicazione degli accordi di pace di Arusha), il quale si oppose al proposito di dare il controllo del paese ai militari, poiche il primo ministro Agatha Uwilingiyimana (anch'essa Hutu moderata) era ancora in carica. Il mattino seguente Agatha e il marito furono assassinati nella loro casa, assieme a 10 militari belgi del contingente ONU incaricati di proteggerla, da militari della guardia presidenziale. Una delle più atroci carneficine della storia, cinicamente architettata (negli ultimi mesi il Ruanda aveva raddoppiato le importazioni di machete) poteva iniziare. Per 100 giorni (cioè fino al 16 luglio 1994) tra gli 800 mila e 1.1 milioni di Tutsi e Hutu moderati furono uccisi per le strade (la popolazione del Ruanda nel 1994 era di circa 7 milioni di abitanti), molti a colpi di machete, sotto la guida di Radio Mille Collines che invitava a "schiacciare gli scarafaggi" e ne suggeriva i luoghi ove si erano nascosti.
Quando l'Esercito del RUF riuscì a scacciare gli estremisti (che si rifugiarono in Zaire- oggi Repubblica Democratica del Congo- spesso nei campi profughi allestiti dall'ONU assieme alle vittime) il colonnello Bagasora fuggì in Zaire e successivamente in Camerun dove fu arrestato.
L'impatto che il genocidio del Ruanda ha avuto sulla Regione (ad esempio nei conflitti nella Repubblica Democratica del Congo nella regione del Kivu), sull'Africa e nel Mondo (l'indifferenza della comunità internazionale) sono stati di enorme portata. Per l'umanità è stato un film del terrore che ancora oggi spaventa a guardarlo.




Ecco il Rapporto sull'abbattimento dell'aereo (The Mutsinzi Report), pubblicato nel gennaio 2010 e frutto di una commissione indipendente istituita nell'aprile 2007.

Di quel 6 aprile 1994 ho un ricordo netto. La BBC al mattino che diffondeva la notizia dell'abbattimento dell'aereo e nei giorni successivi timidi e incerti resoconti della carneficina. I primi sei mesi del 1994 furono intensi e per chi viveva in un luogo dove non era facile accedere alle informazioni, ascoltare la radio era un modo per capire dove stava andando il mondo. Si aveva la sensazione che qualcosa stava veramente cambiando. Infatti il 1 gennaio di quell'anno, in coincidenza con l'entrata in vigore del NAFTA, era scoppiata la rivolta zapatista in Messico, l'11 gennaio in tutti i paesi africani dell'area del franco CFA si svalutava la moneta (interrompendo quella storica equivalenza tra franco francese e franco CFA), in Somalia, nel pieno caos, la comunità internazionale stava lasciando il paese alle sue sorti e il 20 marzo furono uccisi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a Sarajevo si continuava a sparare (a febbraio vi fu l'atroce strage del mercato), in Italia si votava dopo la discesa in campo di Berlusconi che il 28 marzo vinse le elezioni, il Sudafrica si preparava ad incoronare Mandela alla presidenza (cosa che evvenne a maggio). Quel 6 aprile fu già eccezionale poichè l'assassinio contemporaneo di due capi di stato è un fatto straordinario, quello che avvenne poi fu invece l'assurdo.

Ecco un approfondimento straordinario, il libro di Silvana Arbia, "Mentre il mondo stava a guardare"

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1 commento:

Anonimo ha detto...

oi galera muito triste

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