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martedì 27 maggio 2014

Djenne, la città di fango

Djenne è un'antica città del Mali, distante circa 130 chilometri da Mopti, fondata nel 300 avanti Cristo nella piana alluvionale del fiume Bani, costruita interamente con mattoni di fango, da cui il nome. Considerata una delle più antiche città sub-sahariane, ebbe un'importanza strategica nella regione, divenendo presto un centro di commercio (soprattutto di oro e sale) e successivamente di cultura islamica, in particolare dopo lo spostamento del suo sito, pochi decenni dopo l'anno 1000. Nonostante la sua posizione non fu mai parte dell'Impero del Mali e solo nel 1453 cadde sotto l'Impero Songhai. Fu poi più volte conquistata e passò di mano in mano fino all'avvento dei francesi, giunti nel 1893, con cui iniziò il suo declino e perse via via di importanza.
Tra le straordinarie bellezze della città (il cui sito durante il periodo di piena del fiume diventa un'isola)  sono costituite da edifici di architettura islamica, tra cui vi è la Grande Moschea, che fu ricostruita nel 1907, sul precedente edificio, costruito nel 1200, e distrutto nel 1830.
La Moschea, capace di ospitare oltre 1000 pellegrini, è un'edificio a pianta quadrata di circa 75 metri, alta oltre 20 metri e sorretta da oltre 100 colonne. E' costruite con la tecnica tradizionale chiamata appunto djenne che usa palle di terra cruda ancora bagnata che funge allo stesso tempo da mattone e da legante. Ogni anno, dopo la stagione delle piogge, l'edificio necessita di una manutenzione atta a consolidare le pareti di fango. 
Con scavi effettuati a partire dal 1970 da archeologi americani, sono stati invece scoperti i resti dell'antica città.
Nel 1988 l'antica città di Djenne fu inserita dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'Umanità.

operazioni di manutenzione, foto dalla rete
Ancora oggi davanti alla moschea si svolge un mercato settimanale che attrae in città venditori e acquirenti di tutta la regione.

A seguito del golpe avvenuto in Mali il 22 marzo 2012 e delle successive evoluzioni, l'area del Mali ha subito una forte e distruttiva trasformazione, che hanno portato nel gennaio 2013 a temere per la distruzione del patrimonio culturale del Mali e in particolare a Timbuctu nell'area dell'Azawad. I siti patrimonio dell'Umanità di Timbuctu e della Tomba di Askia sono stati nel 2013 dichiarati siti in pericolo e per questo sottoposti a speciali tutele. Anche per il sito della città di Djenne era stato ipotizzata l'iscrizione tra i patrimoni in pericolo, ma poi l'UNESCO non diede seguito a tale ipotesi.

Vi segnalo il blog Djenne Djenno, scritto da Sophie, una svedese che gestisce un piccolo (e grazioso) hotel a Djenne e che commenta la situazione politica, e non solo, di quell'area del Mali in grande movimento.

Vai alla pagina di Sancara sui Patrimoni dell'Umanità in Africa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciaoooo

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