venerdì 30 marzo 2012

L'ultimo golpe in Africa

Quello del 22 marzo scorso, in Mali, è stato l'ultimo di una lunghissima serie di colpi di stato avvenuti in Africa negli ultimi 50 anni. Per il Mali si tratta della terza esperienza di rovesciamento militare delle sua storia di paese indipendente. Il primo avvenne il 19 novembre 1968, quando un sanguinoso golpe depose Modido Keita - che venne incarcerato (morì in carcere nel 1977) - portando al potere Moussa Traorè, che a sua volta venne deposto con un golpe militare il 26 marzo 1991 dopo la spinta forte di una rivolta studentesca. Quest'ultimo golpe portò alla costituzione di un governo di transizione e alle prime elezioni "libere" nel 1992, vinte da Oumar Konarè.
Al netto delle rivolte che nel corso del 2011 hanno spodestato alcuni capi di stato di vecchia data (in Egitto e in Libia, oltre che in Kirghizistan nel 2010), l'ultimo golpe nel mondo risaliva al 18 febbraio 2010 quando in Niger rovesciò Tandja Mamadou. 
Nel 2009 invece avvennero due colpi di stato : il 17 marzo in Madagascar, quando l'esercito e il leader dell'opposzione depongono il Presidente Ravalomanana  e il 28 giugno in Honduras, quando l'esercito, con l'appoggio della Corte Suprema, depose il presidente Manuel Zelaya Rosales.

Foto Harouna Traore
Vi sono stati anni in cui i colpi di stato di susseguivano con grande rapidità e spesso con inaudita violenza. Erano sicuramente anni diversi, dove quasi sempre vi era la complicità (che andava dalla semplice informazione alla partecipazione attiva con uomini e soprattutto mezzi) dei servizi dei paesi ex-coloni e delle due grandi potenze, intenti a ristabilire il controllo delle risorse o delle strategie geopolitche. E' il caso del 1966, quando già nella notte di Capodanno nella Repubblica Centrafricana il colonnello Jean Bedel Bokassa (che diventerà poi uno dei più feroci dittatori africani) prese militarmente il potere. Solo pochi giorni dopo, il 3 gennaio, in Alto Volta (ora Burkina Faso) avvenne il primo colpo di stato (l'ultimo nel 1987 portò all'assassinio di Thomas Sankara) che destituì il presidente Maurice Yameogo, portando al potere i militari con Sangooulè Lamizana.
Il 15 gennaio, avvenne il sanguinoso golpe in Nigeria che mise fine alla prima Repubblica e che portò al potere prima Johnson Aguiyi-Ironsi e successivamente con un secondo golpe il 29 luglio il generale Yakubu Gowon.
Il 24 febbraio in Ghana, i militari guidati da Joseph Arthur Ankrah, deposero il presidente Kwame Nkrumah mentre si trovava in missione ad Hanoi, nello stesso giorno, in Uganda, il Primo Ministro Milton Obote prese il potere sospendendo le funzioni del Parlamento e del Presidente. Infine, il 1 settembre in Burundi Ntare V, destituì il padre Mwambutsa e il 29 novembre dello stesso anno fu a sua volta destituito dal Primo Ministro, il capitano Michael Micombero.
Per la cronaca nel 1966, vi furono anche i colpi di stato in Argentina e in Siria.

Per quanto riguarda quello che accade in Mali, vi rimando a questa interessante analisi su Il Post, che titola "L'improbabile golpe in Mali" e naturalmente a quanto la rete e i media offrono in tema di aggiornamento sulla situazione che appare tutt'altro che stabile e definita.
Quel che preme sottolineare è che se da un lato gli uomini del capitano Amadou Sanogo appaiono poco organizzati e per nulla con le idee chiare, dall'altro lato la situazione geopolitica che si è venuta a creare, a seguito della caduta di Gheddafi in Libia, lascia ampia spazi a qualsiasi soluzione sul terreno.
Ufficialmente i golpisti hanno dichiarato di essere insoddisfatti della politica del governo maliano nei confronti della rivolta dei Tuareg (che è in realtà una sempre maggiore richiesta di indipendenza) nel nord del Paese e che il loro obiettivo è stroncare le rivendicazioni berbere nel nord.
Tuareg in appoggio alle milizie di Gheddafi in Libia
Il Mali è un paese strategico in quanto cerniera tra il nord Africa (quella che impropriamente chiamiamo Africa araba) e l'Africa Nera. Un' area che negli ultimi decenni ha visto una forte presenza di un paese come la Libia, con il suo leader capace di dialogare con il mondo arabo (quello del golfo, naturalmente), di avere l'appoggio del blocco socialista, di addestrare gruppi politici e rivoltosi dell'intera Africa Nera, di avere contatti con i gruppi terroristici del mondo intero, di colloquiare ed essere protetto da molti paesi Europei, di intimorire militarmente i vicini e infine di "tener testa", propagandisticamente, agli Stati Uniti d'America. Un paese che di fatto non esiste più (oggi la Libia è ancora una paese di scontri, senza uno stato e senza interlocutori credibili) e che rischia di divenire la "Somalia del Mediterraneo".
In queste situazioni si muovono le nuove offensive dei Tuareg (fedeli a Gheddafi fino alla fine) che cercano di alzare la posta (stanno avanzando militarmente verso Timbuctu), di cercare nuove alleanze con l'Algeria, che a sua volta si candida ad essere, più per assenza di concorrenti credibili, il nuovo centro strategico dell'Africa del Nord.
Forse è all'interno di queste logiche che il golpe del Mali, che come dicevamo appare disorganizzato e forse perfino anacronistico, deve essere letto. E deve far riflettere ancora di più il futuro assetto di questa importante area del nostro pianeta che guarda con mutato interesse al Mediterraneo e all'Africa Nera. 

Quando iniziai a scrivere questo blog, raccontai in un post intitolato Il golpe delle noccioline sulla mia esperienza durante il golpe, incruento e tranquillo, in Gambia nel  1994.

Nessun commento:

Posta un commento