mercoledì 7 marzo 2012

Valle dello Mzab

Ghardaia ( da Discovery Heritage Sites)
La Valle dello Mzab ( o M'zab) è una regione del nord del Sahara, in Algeria,situata a 600 Km a Sud di Algeri. Nella vallata si trovano cinque città fortificate (ksour), distanti una decina di chilometri tra loro, oggi perfettamente conservate ed ancora abitate, risalenti al X-XIII secolo.
Nel 1982 le città dell'intera valle furono  iscritte del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.
Beni-Isquen (da blog TeamAlgeria 2010)
El-Atteuf, Bounoura, Melika, Ghardaia e Beni-Isquen (fondate tra il 1012 e il 1350) furono edificate dagli Ibaditi (oggi unica corrente esistente dei kharagiti, la terza via dell'islam oltre ai sunniti e agli sciiti). Gli Ibaditi, originati da uno scisma nell'islam avvenuto attorno al 670, costituirono nel nord Africa un regno di grande importanza (regno di Tahert) che tra il 721 e il 909 governò su quasi tutta l'Africa del Nord. Quando nel 909 gli Ibaditi furono sconfitti dai berberi Kutama, si rifugiarono nel deserto, nella valle del Mzab, dove si stabilirono edificando le città fortificate. La scelta cadde su una vallata solo raramente frequentata dai popoli nomadi dell'area e facilmente difendibile. Ancora oggi le città sono governate secondo le regole, rigide e rigorose, della comunità Ibadita.
Ghardaia  (da Panoramio)
Ogni città - circondata da muraglie ed è dominata da una moschea il cui minareto fungeva anche da torre di avvistamento - contiene il ksar  (villaggio fortificato), il cimitero e il palmeto con la cittadella estiva. Un esempio di architettura semplice, costruita con materiali reperibili in loco (archietttura vernacolare), funzionale e in perfetta sintonia con l'ambiente desertico che circondava le città. Ogni elemento interno alla città delineava anche il rapporto tra le idee religiose dei Ibaditi e la società. Edifici cubici di eguale grandezza a testimoniare il senso egualitario e al tempo stesso il rispetto per la famiglia e l'intimità, alla base del vivere sociale. Grandi spazi comuni capaci di rispondere alle esigenze di difesa e di aggregazione, così come di luoghi ove conservare il cibo necessario per la vita dell'intera comunità. Oggi rappresentano anche un esempio evidente di un insediamento umano tradizionale capace di giungere fino ai nostri giorni, praticamente integro. Secondo gli addetti ai lavori, gli insediamenti urbani degli Ibaditi, "hanno esercitato una considervole influenza sugli architetti e sugli urbanisti del XX secolo, da Le Corbusier a Pouillon.

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