
Vi domanderete ma cosa c'entra Claudio Moffa in un blog che parla di Africa?
La questione è che Claudio Moffa è tra i maggiori africanisti italiani. Nel corso della sua lunga carriera accademica (ordinario di storia delle istituzioni afro-asiatiche della facoltà di Scienze Politiche di Teramo) Moffa ha prodotto studi sul continente africano,che portavano alla negazione delle teorie africaniste che addossavano al colonialismo gran parte delle colpe del sottosviluppo africano, a favore di una visione che dava maggior peso alla distruzione delle istituzioni da parte degli stessi africani a causa della grande conflittualità interetnica. Nel suo lavoro "L'Africa alla periferia dellla storia", edito da Guida nel 1993, Moffa propone una tesi - quella appunto interna all'Africa - che all'inizio destò molte contrarietà e levate di scudi e che oggi invece appare più possibilista e realistica agli occhi di molti. Ovvero che solo l'intreccio tra conflitti interni (non dimentichiamo che i primi a trarre vantaggi dalla schiavitù furono i capi tribù locali) e l'oppressione e gli interessi coloniali (che ancora oggi molto presenti) possono giustificare lo stato attuale del continente africano.
La questione è che Claudio Moffa è tra i maggiori africanisti italiani. Nel corso della sua lunga carriera accademica (ordinario di storia delle istituzioni afro-asiatiche della facoltà di Scienze Politiche di Teramo) Moffa ha prodotto studi sul continente africano,che portavano alla negazione delle teorie africaniste che addossavano al colonialismo gran parte delle colpe del sottosviluppo africano, a favore di una visione che dava maggior peso alla distruzione delle istituzioni da parte degli stessi africani a causa della grande conflittualità interetnica. Nel suo lavoro "L'Africa alla periferia dellla storia", edito da Guida nel 1993, Moffa propone una tesi - quella appunto interna all'Africa - che all'inizio destò molte contrarietà e levate di scudi e che oggi invece appare più possibilista e realistica agli occhi di molti. Ovvero che solo l'intreccio tra conflitti interni (non dimentichiamo che i primi a trarre vantaggi dalla schiavitù furono i capi tribù locali) e l'oppressione e gli interessi coloniali (che ancora oggi molto presenti) possono giustificare lo stato attuale del continente africano.
Nel 1979 "Le Monde" intervenne così in merito al negazionismo di Faurisson: "non bisogna domandarsi come tale assassinio di massa sia stato tecnicamente possibile. E' stato tecnicamente possibile perchè ha avuto luogo".