martedì 21 aprile 2015

Emergenza immigrazione: alcune cose da ricordare quando si parla

I drammatici fatti avvenuti nel Canale di Sicilia, nei giorni scorsi, che peraltro si rinnovano oramai da tempo, devono indurci a riflettere. Sarebbe auspicabile una riflessione serena e lontana dalle frasi fatte, dagli schemi fissi e dalle posizioni dogmatiche. Purtroppo siamo in piena campagna elettorale. E' tempo del cordoglio. E' tempo di assumere delle decisioni. E' tempo di fare chiarezza su di un fenomeno complesso, articolato e in continua evoluzione. Mi permetto allora di sottolineare alcune questioni. Punti che è bene non dimenticare mai quando sia ascolta o si interviene su questi temi. Eccole:


- se qualcuno pensa o vi dice che un fenomeno di tale proporzioni e complessità si risolve in modo semplice o con una formula magica, non solo mente, ma sicuramente vi prende per il culo;

- stiamo parlando di numeri assolutamente grandi. I quasi 170 mila arrivi del 2014 (per il 2015 le proiezioni ci portano a 250 mila unità) sono almeno tre volte maggiori ai numeri mai raggiunti nel passato. In futuro potrebbero anche essere di più;

- le zone di conflitto (Siria, Libia, Somalia, Yemen) che alimentano tale flusso sono, negli ultimi anni in aumento.  Ma sono in aumento anche le situazioni di instabilità politica e di pre-conflitto (Eritrea ed Etiopia, Mali, Nigeria, Sudan);

- stiamo quindi parlando, nella quasi totalità, di persone in fuga, principalmente da guerre, persecuzioni e violenze. Quando uno fugge non si volta indietro. Tali persone hanno - nel rispetto delle norme internazionali - diritto a richiedere protezione e asilo;

per poter chiedere protezione queste persone devono giungere nei nostri paesi. Sono disposte a tutto pur di farlo (non hanno altre alternative, del resto);

- il traffico di esseri umani è un business colossale (nel solo Mediterraneo si stima essere in 600 milioni di dollari all'anno) - secondo solo al mercato delle droghe -  gestito da una rete criminale, oltre che cinica anche molto ben organizzata. Ogni migrante paga almeno 2 mila euro per il solo passaggio con le barche, ma spesso arriva a pagare fino a 10 mila euro per l'intero percorso;

- gli scafisti sono l'ultimo anello della catena. Spesso essi stessi migranti. Colpire gli scafisti equivale, nel mercato delle droghe, a colpire i piccoli puscher. Arrestato uno se ne trovano altri dieci. Non serve quasi a nulla;

- ipotizzare un blocco navale è una suggestiva ipotesi, molto gradita ai trafficanti di uomini. Anche ammesso sia possibile pattugliare diverse migliaia di chilometri di costa, dobbiamo essere consapevoli che quanto più difficile è il passaggio, tanto più aumentano i prezzi. E' il mercato.;

- pensare di fermare una marea umana in fuga è come ipotizzare di bloccare l'acqua che tracima dall'argine di un fiume con dei semplici sacchetti di sabbia;

- chi dice che l'ISIS tenta di infiltrare terroristi tra i migranti dice una grande idiozia per svariate ragioni. L'ISIS è entrata nel business del traffico e ha più interessi a guadagnare che a partire, l'ISIS non ha bisogno di mandare terroristi dall'Africa all'Europa (ve ne sono in abbondanza da noi) e infine, quelli dell'ISIS non sono così sprovveduti da rischiare di morire!

- vi sono alcune cose, come la morte, con cui scherzare, indipendentemente da come la si pensa, non solo non è elegante, ma è segno di una bassezza infinita. 


2 commenti:

franz ha detto...

d'accordo anche per le virgole.

ti ho re-bloggato nel mio blog, spero non ti dispiaccia
http://stanlec.blogspot.it/

ciao

Gianfranco Della Valle ha detto...

Mi pareva di aver postato un commento... comunque non mi dispiace affatto, anzi. ciao Gianfranco

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