"Solo gli angeli possono ammirare cose ugualmente stupende". Queste furono le parole che l'esploratore e missionario scozzese David Livingstone, il primo bianco a vedere e raccontare le cascate Mo-ku-sa-Tunya o Mosi-oa-Tunya (letteralmente "il fumo che tuona"), annotò sul suo taccuino. Era il 16 novembre 1855.

Esse segnano oggi il confine geografico tra lo Zimbabwe e lo Zambia, nonché il confine tra due parchi naturali di piccole dimensioni il Mosi-oa-Tunya National Park (Zambia) e il Victoria Falls National Park (Zimbabwe).
Nel 1989 le cascate sono diventate sito Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, attribuibile ad entrambi i paesi, per la loro unica spettacolarità.
Oggi sono una grande attrazione turistica (sebbene la situazione politica dello Zimbabwe, che era maggiormente pronto all'accoglienza, abbia influito negativamente sugli arrivi). Lo spettacolo - che è un insieme che impegna ogni senso disponibile- già da solo sufficiente a far restare senza fiato i fortunati visitatori (non mi annovero, purtroppo, tra di essi!) è reso ancora più emozionante da due elementi: la Devil's Pool (piscina del diavolo) e il ponte ferroviario. La prima non è altro che una delle tante pozze che si formano in cima alla cascata la quale, durante la stagione secca (da settembre a dicembre, quando la portata del fiume si riduce notevolmente) permette un bagno mozzafiato sul bordo della cascata. Il ponte ferroviario invece, costruito nel 1905 (doveva essere il percorso della ferrovia Città del Capo-Cairo, mai realizzata) che lungo 250 metri, offre, dall'alto dei sui 125 metri d'altezza, una vista d'insieme sul fiume e sulle cascate.

Ecco la scheda sulla cascate dal sito World Waterfall Database
Ecco il sito delle Cascate Vittoria; qui invece alcune foto dal sito VictoriaFalls Guide
Vai alla pagina di Sancara sui Patrimoni dell'Umanità in Africa
Nessun commento:
Posta un commento