domenica 12 gennaio 2014

12 gennaio 1964, la Rivoluzione a Zanzibar

Quello che avvenne il 12 gennaio 1964, quando il sultanato di Zanzibar fu spazzato via da "moti popolari", peraltro durati una manciata di ore, è una pagina di storia non ancora scritta bene. 
Il sultanato di Zanzibar aveva raggiunto l'indipendenza meno di un mese prima, il 19 dicembre, quando, il sultano Jamshid bin Abdullah (che già governava dal 1 luglio 1963 ed era un sultanato autonomo di discendenza omanita)  e un'elite araba avevano costituito una monarchia costituzionale con il supporto degli inglesi che si ritiravano (essi erano gli ultimi di una serie di domini sull'isola, più o meno espliciti, iniziati con i portoghesi cinque secoli prima).
Il sultanato nacque con l'opposizione di due partiti "di sinistra": l'Umma Party, di stampo marxista e maggiormente filo-cinese, guidato da un arabo e l'Afro Shirazi Party, anch'esso di ispirazione socialista, composto da africani e shirazi (afro-arabi) e diviso in due aree un più filo-sovietica e una più moderata e sostanzialmente non inviso agli americani.

Okello nelle ore successiva alla Rivoluzione
Quando in meno di 9 ore quel 12 gennaio i rivoltosi presero Stone Town, entrambi i leader dei due partiti erano all'estero e sembrò che a loro volta fossero impreparati all'accaduto. 

Quello che avvenne nelle ore successive è ancora oggi controverso. Emerse la figura di John Okello, un ugandese sconosciuto, che si dichiarò leader della rivoluzione e si autonominò federmaresciallo. Si trattava molto probabilmente di un mitomane che ben presto, con il rientro dei leader dei due partiti (che egli stesso aveva nominato Presidente e Primo Ministro), fu estromesso e condannato all'esilio (nel mese di febbraio aveva creato una milizia armata paramilitare e nel marzo del 1963 fu espulso dal paese). Morirà secondo alcune fonti in Uganda nel 1971. Ancora oggi le sue memorie, pubblicate nel 1967, sono ritenute inattendibili, così come non si è abbastanza indagato sui saccheggi e sugli assassini di arabi e indiani (centinaia? migliaia? - pare su ordine diretto di Okello) avvenuti nelle ore successive alla cacciata del sultano (che andrà in esilio in Gran Bretagna) e le cui immagini sono documentate dal controverso film italiano Africa Addio.
Per alcuni studiosi i morti arabi furono tra i 5.000 e i 12.000 (su un totale di 22 mila arabi presenti, secondo le stima, a Zanzibar), con modalità simili a quella di un genocidio (come tale viene classificato).
Nel 2002 lo storico Donald Petterson ha pubblicato un libro sulla Rivoluzione di Zanzibar inserendola all'interno degli avvenimenti della guerra fredda.

Il leader dell'Afro-Shirazi Party Abeid Karume divenne il primo Presidente di Zanzibar iniziando subito i colloqui con il presidente del Tanganica Julius Nyerere, che portò mesi dopo (il 26 aprile 1964) alla nascita della Tanzania. Zanzibar all'interno della nuova nazione mantenne una ampia autonomia.
Il leader dell'Umma Party, Muhammed Babu, divenne Ministro degli Esteri. Karume, il cui figlio è l'attuale presidente di Zanzibar, fu assassinato il 7 aprile del 1972 e Babu fu tra gli arrestati sospettati di averlo ucciso.
Nel 1976 l'Afro-Shirazi Party si fuse con lo storico partito di Julius Nyerere (il TANU, a sua volte erede del Tanganika African Association nata nel 1929), dando vita al Partito della Rivoluzione (CCM).

Ecco un sito sulla rivoluzione di Zanzibar

Ecco una memoria di Sancara su Zanzibar 

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