giovedì 23 gennaio 2014

Un mondo per pochi


Che le disuguaglianze tra ricchi e poveri nel mondo fossero in aumento, era fin troppo chiaro a tutti. Qualche giorno fa durante il World Economic Forum di Davos, l'Organizzazione non governativa Oxfarm (di cui Sancara aveva parlato in questo post), ha presentato uno studio denominato Working for the Few, che analizza proprio questo fenomeno. I dati e i processi in corso sono sconvolgenti.

L'elemento che maggiormente è balzato agli occhi (e ha fatto i titoli - non di prima pagina) di alcuni giornali è stato che "gli 85 super ricchi del mondo possiedono l'equivalente di quanto detenuto dalla metà della popolazione mondiale (ovvero circa 3,5 miliardi di persone)".

Avete capito bene: mezzo pianeta possiede gli stessi averi di 85 persone!

Ma non è finita, il rapporto, dimostra altre cose, ovvero che:

- il 70% degli abitanti del mondo vive in paesi ove negli ultimi 30 anni le differenze economiche sono aumentate;

- tra il 1980 e il 2012, in 24 paesi su 28 (ove sono disponibili dati), l'1% più ricco ha visto aumentare le proprie entrate;

- dal 1970 al oggi, in 29 paesi su 30, la tassazione per i più ricchi è diminuita.

Quando si parla di ricchi del pianeta bisogna incominciare a guardare altrove (rispetto alla tradizionale geografia della ricchezza): nella sola India, per fare un esempio, il numero dei miliardari è aumentato di 10 volte negli ultimi 10 anni. Nuovi ricchi si affacciano in Sudafrica, in Nigeria, in Brasile, in Indonesia o in Cina.

Il rapporto di Oxfarm dimostra che "viviamo in un pianeta nel quale le elite che detengono il potere economico hanno ampie opportunità di influenzare i processi politici" in modo tale che le "leggi siano scritte e concepite per favorire i ricchi" e che "le esigenze dei più poveri non abbiano impatto sui voti degli eletti".

Sia ben inteso: le analisi di Oxfarm non sono delle novità. Qualcuno è da decenni che, inascoltato, parla di queste cose. E' sempre più evidente che è questo enorme aumento di differenze tra ricchi e poveri a generare quella che noi comunemente chiamiamo crisi. La crisi serve solo a giustificare misure economiche drastiche e impopolari che colpiscono e impoveriscono i più deboli e fanno aumentare i guadagni dei più ricchi.

Nel mondo si stima che vi siano 21 mila miliardi di dollari "non registrati", ovvero che sfuggano ai sistemi fiscali di qualsiasi paese.
All'interno vi sono anche i soldi che le multinazionali ricavano dallo sfruttamento delle enormi risorse minerarie e petrolifere dell'Africa e che, sfuggendo (attraverso corruzione, il mantenimento di situazioni di guerra e quindi di assenza dello stato) alla tassazione bloccano qualsiasi ricaduta positiva sui cittadini dei paesi in cui operano.
Perchè è del tutto evidente (e il rapporto lo dimostra in modo inequivocabile) che l'assenza dello stato (e quindi delle regole in materia finanziaria) favorisce e aumenta la disuguglianza.

Il rapporto di Oxfarm si chiude con alcune ricette per il futuro, con il chiaro avvertimento che la situazione di disuguaglianza mette a grave rischio la stabilità sociale e minaccia la sicurezza (che tradotto in altre parole significa che tra un pò, a forza di tirarla, la corda si spezza) su scala globale. In pericolo non vi sono solo l'accesso all'educazione, ad un lavoro ben pagato e alla parità dei sessi (cosa che necessita di essere tutelata ovunque) ma, la stessa sopravvivenza degli individui.

Gli interventi urgenti sono nell'ambito delle decisioni urgenti e necessarie (alcune delle quali sembrano perfino banali):

- contrastare l'evasione fiscale, sostenendo una tassazione progressiva;
- aumentare il sistema delle regole finanziarie (rendere pubblici gli investimenti delle aziende, reprimere severamente la segretezza finanziaria);
- lotta senza quartiere alla corruzione;
- esigere che i governi investano le entrare fiscali in assistenza sanitaria, istruzione e previdenza sociale;
- adottare il sistema dei minimi salariali e insistere sui diritti dei lavoratori;

Sono azioni che necessitano di una buona e sana Politica. E qui viene da sorridere, perchè nel nostro Paese quando si parla di politica si pensa a qualcosa che quando va bene, assomiglia alla peste.
Ma facciamo attenzione. Un politica corrotta, impreparata, inadeguata, non credibile, incapace e interessata solo a se stessa è terribilmente funzionale al mantenimento del sistema delle disugaglianze, il quale necessita che non vi siano regole (se non quelle autogenerate dai mercati).

La salvezza (e la speranza) del 90% dell'umanità è appesa alla possibilità che prevalga una sana Politica, capace di imporre regole chiare e di invertire una tendenza che sta conducendo il nostro mondo direttamente nel baratro.

Naturalmente in rete è possibile trovare ogni informazione, studio e iniziative su questi temi, che saranno sempre al centro delle nostre attenzioni.

Ecco un post di Sancara sulla povertà in Africa

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