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giovedì 26 luglio 2012

26 luglio 1956: nazionalizzato il Canale di Suez

Nasser durante l'annuncio, dalla rete
Quello che accadde il 26 luglio 1956, ovvero l'annuncio della nazionalizzazione del Canale di Suez durante un comizio ad Alessandria, del Presidente Egiziano Gamal Nasser, fu uno degli eventi, che dopo la fine della seconda guerra mondiale, portarono il mondo molto vicino ad un conflitto mondiale. Quei fatti saranno ricordati come la Crisi di Suez. L'annuncio, che si chiuse con un "augurio agli imperialisti di morire di ira" fu dato lo stesso giorno in cui, quattro anni prima, era stato detroinizzato il Re d'Egitto Faruk.
Il Canale di Suez, che era stato inaugurato il 17 novembre 1869, è stata un'opera sognata dall'uomo per millenni e realizzata dopo complesse vicende, dai francesi e dagli egiziani. Gli inglesi, solo successivamente ne assunsero il controllo (che doveva essere per 99 anni), prima acquistando la quota egiziana e poi occupando militarmente l'Egitto. La società del Canale, a partire dal 1882, fu formata da capitali inglesi e francesi. Il canale, grazie ad un accordo del 1882 (Convenzione di Costantinopoli) fu dichiarato neutrale (sotto controllo inglese) e aperto, sia in tempi di pace che di guerra, a tutti senza distinzione di bandiera.
Naturalmente tale accordo non fu sempre rispettato. Durante la prima guerra mondiale, e soprattutto durante la seconda, fu chiuso ai non alleati.

I motivi per cui Nasser volle nazionalizzare il canale (al tempo la società di gestione era per il 44% controllato da banche e aziende britanniche e l'altra metà di francesi) era legato alla diga di Assuan. Stati Uniti e Gran Bretagna, fin dal 1952, avevano promesso il finanziamento di questa grandiosa opera, ma nel 1956 ritirarono l'offerta accusando l'Egitto di aver aquistato armi dalla Cecoslovacchia, vicina alla dell'Unione Sovietica e di aver stretto relazioni con la Cina (altre fonti sostengono che l'Egitto aveva chiesto, ed ottenuto, finanaziamenti dall'URSS per la costruzione della stessa diga). Per ritorsione Nasser nazionalizzò la società dello stretto per incamerare i fondi necessari per la costruzione della diga. Le entrate annuali del Canale erano, al tempo, circa 100 milioni di dollari all'anno. La notizia fu accolta con grande entusiasmo dagli egiziani.
Gran Bretagna e Francia reagirono stizziti alla nazionalizzazione per ovvie ragioni (la Gran Bretagna  già due giorni dopo bloccò tutti i beni egiziani). Assieme a loro reagì Israele, a cui l'Egitto da tempo tentava di restringerne l'uso del Canale (in realtà Israele rispondeva a precisi ordini degli americani che vedevano nella crisi la possibilità di aumentare la loro influenza in Medio-Oriente, sostituendosi agli europei).
Le Nazioni Unite, grazie anche ai veti, non condannò l'atto di nazionalizzazione, ma chiese al governo egiziano di rispettare alcune regole sul passaggio delle navi.
La situazione precipitò rapidamente. Il Primo Ministro inglese, Anthony Eden, dopo aver paragonato Nasser a Mussolini e Hitler, convinse il suo popolo (i laburisti furono contrari) e gli alleati della necessità di attaccare l'Egitto (mentre segretamente incontrava Francia e Israele per elaborare un piano di intervento).
Il 29 ottobre del 1956 Israele (questo fu il piano concordato) invase la strisca di Gaza e il Sinai, avviandosi verso la sponda est del Canale. Francia e Gran Bretagna si offrirono di occupare il canale per separare gli egiziani dagli israeliani. L'Egitto rifiutò e pochi giorni dopo le truppe anglo-francesi occuparono il canale.

Se militarmente l'operazione a Suez fu un successo, diplomaticamente si rivelò un totale fallimento. Gli Stati Uniti si trovarono nel totale imbarazzo perchè condannando l'invasione sovietica in Ungheria (avvenuta il 4 novembre 1956) non potevano giustificare al mondo l'invasione anglo-francese-israeliana in Egitto. L'Unione Sovietica minacciò di entrare in guerra a fianco dell'Egitto.
Era chiaro che le due superpotenze non gradivano, per ragioni diverse, l'azione anglo-francese.
Il 7 novembre 1956 le Nazioni Unite votarono il posizionamento di una forza di pace (UNEF - Forza di Emergenza delle Nazioni Unite) che già dal 15 novembre sbarcò sul campo. Il 10 gennaio 1957 il primo ministro britannico Eden fu costretto alle dimissioni. Tra febbraio e marzo avvenne - sotto il controllo delle Nazioni Unite - il ritiro delle truppe israeliane e di quelle anglo-francesi. La missione delle NU restò sul canale fino al maggio 1967.

La vittoria egiziana riforzò enormemente il prestigio di Gamel Nasser nel mondo arabo e diede la spallata finale alla caduta dell'impero coloniale britannico e di quello francese africano che da lì a pochi anni collassarono. Gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica dimostrarono che il controllo del mondo era nelle loro mani e accrebbero la loro influenza sul medio-Oriente e sull'Africa.

La diga di Assuan fu costruita. Nel 1958 l'Unione Sovietica propose di pagare un terzo dell'opera e di fornire l'assistenza tecnica. I lavori inziarono nel 1960 (con tecnici britannici) e si conclusero nel 1970. A causa della diga la comunità internazionale fu chiamata ad un opera straordinaria di conservazione archeologica, trasferendo i siti dei monumenti nubiani di Abul Simbel e di Philae, per evitare che venissero inghiottiti dalle acque.

La Suez Canal Authority (SCA), nata a seguito della nazionalizzazione è ancora oggi un'azienda pubblica egiziana che gestisce il Canale di Suez. Il governo egiziano dovette liquidare economicamente (come da accordi con le Nazioni Unite) gli azionisti della società del canale nazionalizzata.

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martedì 11 gennaio 2011

17 novembre 1869, inaugurato il Canale di Suez

Congiungere il Mar Rosso con il Mar Mediterraneo è sempre stato un sogno degli uomini. Via via che si è sviluppata la navigazione e in particolare quando sono iniziati gli scambi commerciali con l'Oriente, il passaggio è divenuto una necessità per evitare di circumnavigare l'Africa che accresceva tempi, costi e pericoli. Tale era la necessità che per lungo tempo si è preferito scaricare le merci in Mar Rosso, trasportarle via terra e reimbarcarle in Mediterraneo.
Secondo alcune fonti furono gli egiziani per primi (nel 1300 a.c. all'epoca di Ramsete II) a scavare un canale di congiunzione tra il Mar Rosso e il Nilo che fu poi colmato dalle piene alluvionali del fiume sacro. Durante il regno del Faraone Nekao II (nel 600 a.c.) fu progettato un nuovo canale e si iniziò a scavarlo. Mentre fu il persiano Dario I (500 a.c.) che concluse gli scavi di quello che fu noto come il Canale dei Faraoni. Il canale fu trascurato e ricostruito più volte fino al definitivo abbandono nel VIII secolo (fu coperto definitivamente, per esigenze di difesa, dal califfo Abu Giafar nel 842).
Per secoli quel disegno venne abbandonato fatto salvo qualche timida proposta dei marcanti veneziani e portoghesi interessati ad un collegamento rapido verso ricche rotte d'Oriente.
Alla fine del 1600 vi fu anche una proposta dello studioso tedesco Leibniz alla corte francese di Luigi XIV che suggerì come strategico questa via d'acqua (fu preso per pazzo).
Nel 1799 fu Napoleone Buonaparte a ritrovare lo studio di Leibniz e, intuendone le potenzialità, a chiedere ai suoi ingegneri di fare delle verifiche. Essi commisero un grossolano errore, ritenendo, da rilievi sbagliati e da alcune testimonianze, che tra i due mari vi fosse un dislivello di oltre 10 metri. Bisognerà quindi aspettare il 1830 quando il francese Prosper Enfantin progetta il canale e poichè è poco ascoltato costituisce nel 1846 una società per il canale che finalmente dimostra, in modo inequivocabile, che il dislivello tra i due mari è trascurabile.
Nel 1850 a prendere in mano la situazione è il cancelliere dell'Impero Austro-Ungarico Klemens von Metternich che affida all'ingegner Luigi Negrelli (nativo di Fiera di Primiero, oggi in Provincia di Trento, allora parte dell'Impero) in compito di progettare il canale.
Nel 1854 il francese Ferdinad de Lesseps (diplomatico e imprenditore) ottenne dall'amico Said Pascià, appena asceso al trono come vicerè d'Egitto, la concessione di 99 anni (dall'apertura) per scavare l'istmo di Suez. Fu scelto il progetto di Negrelli tra un totale di tre poichè era l'unico che aveva proposto un taglio diretto, senza chiuse. Negrelli ottenne anche la direzione dei lavori, ma non riuscì ad aprire i cantieri perchè morì nel 1858 (per questa ragione da più parti viene, erroneamente, attribuito a De Lesseps il progetto stesso).
I lavori alla fine iniziarono il 25 aprile 1859. La società era costituita per il 56% da fondi francesi e per il 44% di fondi egiziani.
Durante i lavori, durati 10 anni, lavorarono oltre 1,5 milioni di egiziani (dei quali 125 mila morirono, soprattutto a causa del colera). La prima nave transitò nel Canale il 17 febbraio 1867, ma il Canale di Suez fu ufficialmente inaugurato - con sfarzose cerimonie - il 17 novembre 1869. Quel giorno si realizzava quel sogno coltivato per quasi tre millenni: il Mar Rosso comunicava con il Mar Mediterraneo.
L'opera era lunga 163 chilometri, larga mediamente 52 metri (sarà poi allargata a 70-110 metri e attualmente è larga tra i 193 e 352 metri), con un pescaggio di 8 metri (sarà poi portato a 11 metri e attualmente è a 16 metri). Si sta lavorando per portare il pescaggio a 20 metri. Ancora oggi servono 15 ore per essere attraversato.
Nel 1875 l'Egitto (a corto di liquidi e grazie ad un colpo "di rapina" degli inglesi) cedette la sua quota azionaria al Regno Unito, i quali nel 1888 ne assunsero anche il controllo militare (che durerà fino al 1954).
Il 29 ottobre 1888 la Convenzione di Costantinopoli stabilì la neutralità del Canale di Suez, cioè che "poteva essere usato, in pace e in guerra, tutti senza distinzione di bandiera".
Nel 1870 passarono 486 navi (437 mila tonnellate), nel 1890 3389 navi (6,6 milioni di tonnellate) e nel 1910 4553 navi ( 16,6 milioni di tonnelate). Nel 2008 (ultimo anno pre crisi) sono passate 21.415 navi.
Le tensioni per il Canale di Suez (soprattutto per il controllo dei suoi proventi) scoppiarono negli anni '50, quando il 26 luglio 1956 (questa sarà un'altra data importante per l'Africa su cui tornerò) Gamal Nasser nazionalizzò (con 14 anni d'anticipo sulla concessione di 99 anni - atto ritenuto legittimo dalle Nazioni Unite purchè nello spirito della Convenzione di Costantinoli) il canale. I cui introiti dovevano servire per pagare la diga di Assuan. Si generò quella che è universalmente conosciuta come "Crisi di Suez".Il 29 ottobre 1956 Regno Unito, Francia e Israele (a cui non era riconosciuta legittimità di transito) attaccarono l'Egitto. La guerra durò una settimana (bloccata dalle Nazioni Unite e, soprattutto, da un ultimatum congiunto Stati Uniti e Unione Sovietica, dopo che quest'ultima aveva minacciato di scendere in campo a fianco dell'Egitto) e il Canale fu chiuso fino all'aprile 1957.
Nel giugno 1967, dopo lo scoppio della "guerra dei sei giorni" (gli Israeliani occuparono la penisola del Sinai e quindi una sponda del Canale), il Canale fu chiuso nuovamente fino al 5 giugno 1975.
Il canale è "oltrepassabile" attraverso un tunnell lungo 6 km e inaugurato nel 1983 (è in progettazione un nuovo tunnell di 19 chilometri), attraverso un ponte stradale (costruito nel 1999 e alto 68 metri) e attraverso un ponte ferroviario, inaugurato nel 2001, che costituisce con i suoi 340 metri, il ponte girevole più lungo al mondo (il precedente ponte ferroviario fu abbattuto nel 1967 durante la "guerra dei sei giorni").

Oggi il controllo e lo sfruttamento economico del Canale di Suez rappresenta una questione strategica di importanza vitale. Nel canale transita l'8% del commercio mondiale e le tasse di passaggio rendono circa 5,2 miliardi di dollari all'anno (è un'industria che in Egitto vale quanto la fiorente industria del turismo).


Approfondimento cronologico su Cronologia.Leonardo.it. Vi segnalo anche questo articolo dello storico Salvatore Bono intotolato "Il Canale di Suez e l'Italia"

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