giovedì 15 dicembre 2011

Le rovine di Kilwa Kisiwani e di Songo Mnara


Le rovine di Kilwa Kisiwani e Songo Mnara sono situate in due isole della Tanzania, dove a partire dal XII sec. fiorirono due importanti città swahili diventati poi centri commerciali e portuali di grande importanza. Questi porti furono quelli dove si imbatterono i navigatori europei e dal XIII al XVI secolo (nell'ambito di quello che viene definito il periodo shirazi) e furono i luoghi dove passò gran parte del commercio (da questi porti passavano schiavi, oro, ferro, avorio, spezie, stoffe e porcellane) da e verso l'Oriente.
Kilwa in particolare divenne la città più potente della costa orientale africana, estendendo il suo dominio economico fino al Mozambico. Dopo varie conquiste ad opere dei portoghesi prima (1505), degli arabi e infine dei francesi, le città furono abbandonate nel 1840.
L'importanza di queste rovine (i cui scavi archeologici risalgono agli anni '50) risiede nella loro capacità di farci aumentare la comprensione della cultura swahili, dei processi che portarono all'islamizzazione delle costa orientale africana ed infine a studiare le forme del commercio medioevale. Per tale motivo nel 1981 i siti furono inseriti tra i Patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO.
Purtroppo il pessimo stato di conservazione e il rapido deterioramento delle rovine, nonchè l'erosione delle piogge e l'azione devastante della vegetazione, ha costretto l'UNESCO ad inserire i siti nel 2004 tra i Patrimoni in Pericolo ed ad iniziare un importante programma di conservazione. Oltre all'UNESCO è molto attivo nell'opera di conservazione il governo francese. Tra i punti fondamentali della preservazione del sito vi è il coinvolgimento (che implica necessariamente benefici) della comunità locale.
Tra le cose da vedere, la grande moschea (la cui costruzione risale al XIII secolo), le mura di cinta  e le rovine degli antichi palazzi.

Ecco un dettagliato report sulla situazione conservativa di Kilwa del febbraio 2009.

Aggiornamento 2014: Dopo 10 anni il sito, grazie all'intervento dell'UNESCO teso ad aumentare lo stato di conservazione, è stato tolto dai siti in pericolo.

Vai alla pagina di Sancara sui Patrimoni dell'Umanità in Africa

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