martedì 18 agosto 2015

Tony Oladipo Allen, il principe del ritmo

Fela Kuti, il padre dell'Afrobeat, quel genere musicale nato in Nigeria alla fine degli anni '60 e che ha percorso il mondo intero come sound militante, ebbe modo di dire, prima di morire, che quel genere musicale, non sarebbe mai nato senza il contributo essenziale di Tony Allen.
Tony Oladipo Allen, è nato a Lagos il 12 agosto 1940, e per oltre 15 anni, dal 1964 al 1979 è stato legato artisticamente a Fela Kuti (prima con i Koola Lobitos) e per oltre 10 anni (1969-1979) il batterista, cantante, direttore musicale nonchè il motore ritmico di Africa '70, la band che Fela Kuti mise assieme e con cui diffuse il ritmo straordinario dell'Africa in ogni luogo del pianeta. Questo sodalizio li porta a incidere oltre 30 album, che ancora oggi rappresentano le pietre miliari del genere mujsicale Afrobeat. Eppure Allen si era formato da ragazzo attraverso la musica tradizionale yoruba e il jazz americano, imprimendo in lui un senso del ritmo e del tempo che pochi musicisti possono vantare di avere.
Tony Allen ai tempi di Africa '70
Nel 1980 Allen decide di lasciare Afrika '70 e Fela Kuti, in aperto contrasto con gli eccessi a cui Fela si era dato. Dalla nascita della comunità Kalakuta al matrimonio con 26 donne della band. Allen ebbe modo di dire che oramai le tournè di Africa '70 coinvolgevano oltre 70 persone di cui solo 30 coinvolte veramente nell'organizzazione e nello spettacolo. Certo che le performance musicali della "banda di Kuti" che prevedevano sessioni musicali di 6 ore consecutive o di una notte intera resteranno per sempre nella storia della musica contemporanea.
Dal 1980 al 1984 Allen vive a Lagos, dove continua a suonare e produrre musica di grande sonorità con una propria band e dove avvia quel percorso che lo porterà dall'Afrobeat, lentamente verso Afrofunky.
Nel 1984 si trasferì a Londra e, l'anno dopo a Parigi dove ancora oggi vive. Ha continuato a suonare, a scrivere e a produrre musica collaborando con artisti impegnati di vari generi. Nel 1997, alla morte di Fela Kuti per AIDS, Tony diventa l'icona vivente di quel genere musicale che nonostante tutto, continua ad appassionare in Africa e altrove.

Nel 2013 è uscita la sua autobiografia, scritta assieme al musicista Michael Veal in cui racconta la sua affascinante storia e carriera musicale. Una storia artistica che è vicina ai 60 anni, sempre sulla cresta dell'onda e sempre con grandi capacità di rinnovamento. Brain Eno, l'inglese inventore della musica ambient, ha definito Allen come il miglior batterista del mondo. Ascoltandolo è difficile dargli torto.
Recentemente Tony Allen ha collaborato con giovani artisti africani, tra cui Sia Tolno, ritenuta da molti (e probabilmente dallo stesso Allen) l'erede dell'Afrobeat, nel bellismo album African Woman (2014).

Ecco un brano da un suo concerto recente
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