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domenica 24 febbraio 2013

23 febbraio 1969, l'assassinio di Eduardo Mondlane

Mondlane assieme a Che Guevara. dalla rete
Il 23 febbraio 1969, nella sede del Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico, il partito di lotta contro l'occupazione portoghese del Mozambico) di Dar es Salaam in Tanzania, fu recapitato un pacco contenente un libro.  Il destinatario del pacco era il leader del Frelimo, il sociologo e antropologo Eduardo Chivambo Mondlane. Nel libro era nascosta una potente bomba che uccise sul colpo l'uomo che aveva ingaggiato una dura lotta contro l'impero coloniale portoghese. Mondlane aveva 49 anni.

Di etnia Tsonga, Mondlane era nato nel 1920. Quarto di una famiglia di 16 figli, fino a 12 anni fece la vita di pastore. Entrò poi nelle scuole dei dei presbiteriani svizzeri, quando un missionario assume la responsabilità della sua formazione. Non potendo frequentare le scuole superiori in Mozambico, viene mandato in Sudafrica e dove poi entra nella Witwatersand University di Johannesburg. Nel 1949 però, a seguito dell'entrata in vigore delle leggi sull'apartheid, viene espulso dal paese. I missionari mozambicani gli organizzano gli studi negli Stati Uniti, ma egli rifiuta per recarsi a Lisbona. Dopo un anno, accetta di andare negli Stati Uniti e nel 1951 entra nella Oberlin University dell'Ohio. Nel 1953 ottiene il dottorato in Sociologia e successivamente la laurea in Antropologia ad Harvard.
Si sposa anche con una bianca dell'Indiana, Janet Rea Johnson, nonostante la contrarietà dei genitori della giovane. Dalla compagna ebbe tre figli, Chude, Nyeleti e Eddie.
Nel 1957 è assunto alle Nazioni Unite. Nel 1962 viene eletto presidente della neonata formazione Frelimo, che la 1963 pone la sua sede a Dar es Salaam. Nel 1964 la formazione sposa la lotta armata, cominciando una dura opposizione al governo portoghese che si concluderà solo nel 1975. Nel luglio 1968, il secondo Congresso del Partito aderirà al Socialismo.

L'assassinio dei Mondlane fu attribuito ai servizi segreti portoghesi e alla complicità di alcune frange del Frelimo
Molti anni dopo, indagando su Gladio (la struttura paramilitare segreta della NATO), si scoprirà che ad uccidere Mondlane fu la Aginter Press (il centro di reclutamento e addestramento riconducibile alla rete della NATO Stay Behind, mascherata sotto un'agenzia di stampa).

Alla sua morte la leadership del Frelimo fu assunta da Samora Machel, che guiderà il Mozambico all'indipendenza nel 1975, subendo poi la guerra civile con la Renamo, fino al 1986 quando fu a sua volta assassinato probabilmente dai servizi segreti sudafricani.

Edoardo Mondlane, a cui è stata intitolata l'Università di Maputo dopo l'indipendenza, è ancora considerato il padre della nazione mozambicana.

Mondlane è stato uno dei tanti africani che hanno sacrificato la loro vita per una causa in cui credevano: l'indipendenza dal potere coloniale. Egli ha pagato, come tanti altri, la sua determinazione nel credere che l'Africa poteva "far da sola", grazie ai suoi uomini e alle sue donne. Ancora oggi molti si chiedono come sarebbe oggi l'Africa se i suoi migliori uomini, assieme alle idee, non fossero stati sistematicamente uccisi.

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giovedì 4 ottobre 2012

Fronte di Liberazione del Mozambico -Frelimo (1962)

Il logo originario del Frelimo
Il Fronte di Liberazione del Mozambico (Frente de Libertacao de Mocambique) - FRELIMO - nasce il 25 giugno 1962 come movimento indipendentista e di ispirazione socialista, dalla fusione di tre gruppi nazionalisti minori (MANU, UDENAMO e UNAMI). A guidare la nuova formazione, che ha la sua sede, a partire dal 1963, a Dar el Salam in Tanzania,  è chiamato l'antropologo Eduardo Modlane, docente alla Syracuse University di New York.
Modlane, di etnia Tsonga, dopo aver lavorato come pastore ed aver studiato nell'Africa dell'Est Portoghese (oggi Mozambico), si trasferì in Sudafrica, da dove fu espulso a causa dell'apartheid nel 1949. Dopo un breve periodo in Portogallo si trasferì negli Stati Uniti dove continuò gli studi e si laureò in Antropologia. Negli Stati Uniti si sposò, nel 1956, con la bianca Janet Rea Johnson, con cui avrà tre figli. Janet parteciperà attivamente alla causa del Frelimo, anche dopo la morte di Modlane.
La necessità di far nascer un nuovo movimento fu dettata dalla consapevolezza che lo scontro doveva trasferirsi sul piano della lotta armata, infatti nel settembre 1964 il Frelimo lanciò il primo attacco contro i portoghesi a partire dal nord del paese. Da subito il Frelimo potè contare sull'appoggio dell'Unione Sovietica, della Cina, di alcuni paesi dell'area scandinava e da parte della sinistra Italiana (in particolare il Frelimo intrattenne straordinari rapporti con la città di Reggio Emilia). Il Frelimo strinse subito solidi legami con le altre formazioni politiche africane in lotta contro i portoghesi: l'MPLA in Angola e il PAIGCV in Guinea Bissau.
Nel luglio 1968 il II Congresso del partito aderì all'ideologia socialista.
Il 23 febbraio 1969, a Modlane verrà recapitato un libro, al cui interno era contenuta una bomba. Morirà dilaniato dall'esplosione.
Samora Machel con la moglie Graca
Il partito sarà retto da un triunvirato composto dall'infermiere Samora Machel, dal poeta Marcelino Dos Santos e dal ministro presbiteriano Uria Simango. Simango, già vicepresidente del Frelimo, successe di fatto alla morte di Modlane, ma già in aprile 1969 la sua leadership fu messa in discussione dall'ala più spiccatamente marxista del partito e di fatto affiancanto alla presidenza. Nel novembre 1969 fu espulso dal partito e si rifugiò in Egitto dove assieme ad altri fuoriusciti, come Paulo Guramo, fondò il COREMO (una piccola formazione). Simago rientrò in Mozambico nel 1974 e formando una nuova formazione politica (PCN - National Coalition Party) tentò di contestare il ruolo del Frelimo. Incarcerato pochi giorni prima dell'indipendenza, "costretto" a confessare complotti, fu giustiziato tra il 1977 e il 1980, assieme ad altri dissidenti. A prendere in mano il partito fu dunque Samora Machel che nell'aprile 1974 guidò il Frelimo alla presa di Maputo (anche a seguito della dissoluzione della dittatura portoghese con la Rivoluzione dei Garofani) e il 25 giugno 1975 divenne Presidente del Mozambico indipendente.
Con l'indipendenza scoppiò di fatto la guerra civile, perchè la RENAMO (Resistencia Nacional Mocambicana), gruppo fondato in vista dell'indipendenza nel marzo 1974 da un fuoriuscito del Frelimo, Andrè Matsangaissa, sostenuto della Rhodesia in chiave anti-comunista, iniziò l'azione di guerriglia contro il governo.
Sin da subito l'azione della Renamo - che pur contava mediamente di oltre 20 mila combattenti -  fu caratterizzata da un'esagerata violenza, da nessun appoggio delle masse popolari e dal mancato riconoscimento internazionale (perfino gli Stati Uniti riconobbero la legittimità del Frelimo). La sua presenza, e il suo sostegno, erano dettate più da questioni locali (appoggio del Sudafrica e della Rhodesia) e da interessi dei servizi segreti in chiave anticomunista, che da reali questioni politiche o geopolitiche.
Nel febbraio 1977, il III Congresso del Partito abbracciò l'ideologia marxista-leninista.

Il 19 ottobre 1986, mentre il Tupolev TU-134 di Machel rientrava dallo Zambia, cadde al confine tra lo Swaziland e il Sudafrica. Nonostante non vi furono mai prove certe, le colpe ricaddero sui servizi segreti sudafricani, che volevano punire chi ospitava gli uomini dell'African National Congress (ANC) (nonostante la firma di un accordo nel 1984). Nemmeno la Commissione di Verità e Riconciliazione, voluta da Nelson Mandela all'indomani della sua elezione a Presidente del Sudafrica riuscì a stabilire con precisione le cause. Per la cronaca, la vedova di Samora Machel, Graca Machel nel 1998 ha sposato Nelson Mandela, divenendo l'unica donna al mondo ad essere stata first-lady di due paesi. A Samora successe Joachim Chissano (già Ministro degli Esteri, fu presidente del paese fino al 2005).
Nel 1989, il V° Congresso del Partito, ripudierà l'ideologia marxista-leninista e il 30 novembre 1990, la nuova Costituzione abolirà il ruolo del Frelimo come partito unico.
Nel 1990 grazie al lavoro incessante della Comunità di Sant'Egidio (l'ONU di Trastevere come fu in seguito chiamata) e alle mutate situazione internazionali (caduta del muro di Berlino, fine della guerra fredda, collasso del sistema razziale in Sudafrica e fine dei finanziamenti militari americani nell'area) iniziarono i colloqui di pace tra Frelimo e Renamo, che il 4 ottobre 1992 portaro alla fine della lunga guerra civile (quasi 18 anni).
La pace in Mozambico è stata un successo delle diplomazia, ma anche la dimostrazione che senza grandi interessi economici in gioco, le distanze sono minori e più facilmente conciliabili.

Alle prime elezioni dell'ottobre 1994 il Frelimo vinse con il 44,3% dei voti. La Renamo sorprendentemente raggiunse il 37,7%. Chissano fu confermato presidente con il 53% dei voti. Le elezioni a cui parteciparano l'87,7% degli aventi diritto, si svolsero in modo sereno e corretto.
Il 3-5 dicembre 1999 il Mozambico votò per la seconda volta nella sua storia e nuovamente vince il Frelimo con il 48,5%, contro il 38,8% della Ranamo e il 2,7% del Partito laburista. Chissano è ancora rieletto con il 52,3% contro Aberrahmane Tlili che ottiene il 47,7%.
Nel dicembre 2004 si rivotò, ma Chissano annunciò la sua non volontà di ricandidarsi (cosa quasi unica la mondo) e il Frelimo presentò Armando Guebuza, nel Frelimo dal 1963, rappresentante alla firma degli accordi di Pace di Roma, divenuto poi un industriale, che venne eletto con il 62% dei voti contro il 29,73% della Renamo. il candidato della Renamo Afonso Dhlakawa (31,7%). Il Frelimo ottenne il 63,7% dei voti, contro Nel febbraio 2005, Armando Guebuza divenne il terzo presidente del Mozambico.
Le ultime elezioni si sono tenute il 28 ottobre 2009, quando Guebuza è stato riconfermato con il 75,1% dei voti, mentre il Frelimo ha ottenuto il 75,76% dei voti contro la Renamo che si ferma al 17,7%. Vi è da dire che a votare fu solo il 44% degli aventi diritto.
Dal 23 al 28 settembre scorso si è svolto il X° Congresso del partito in occasione del 50° anniversario della sua fondazione.

La lotta di liberazione del Mozambico ha dato speranza ad un popolo. La lunga guerra civile, ha impoverito un paese, che contrariamente ad altri, non gode di grandi ricchezze del sottosuolo. Vent'anni di pace non hanno ancora garantito il miglioramento generale della vita quotidiana. Il Mozambico resta uno dei paesi più poveri dell'Africa.

Vi linko, per eventuali approfondimenti, a questo quadro storico scritto da Antonella Cervelli, del Dipartimento di Storia di Firenze.

Ecco il sito ufficiale del Frelimo

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