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giovedì 4 ottobre 2012

Fronte di Liberazione del Mozambico -Frelimo (1962)

Il logo originario del Frelimo
Il Fronte di Liberazione del Mozambico (Frente de Libertacao de Mocambique) - FRELIMO - nasce il 25 giugno 1962 come movimento indipendentista e di ispirazione socialista, dalla fusione di tre gruppi nazionalisti minori (MANU, UDENAMO e UNAMI). A guidare la nuova formazione, che ha la sua sede, a partire dal 1963, a Dar el Salam in Tanzania,  è chiamato l'antropologo Eduardo Modlane, docente alla Syracuse University di New York.
Modlane, di etnia Tsonga, dopo aver lavorato come pastore ed aver studiato nell'Africa dell'Est Portoghese (oggi Mozambico), si trasferì in Sudafrica, da dove fu espulso a causa dell'apartheid nel 1949. Dopo un breve periodo in Portogallo si trasferì negli Stati Uniti dove continuò gli studi e si laureò in Antropologia. Negli Stati Uniti si sposò, nel 1956, con la bianca Janet Rea Johnson, con cui avrà tre figli. Janet parteciperà attivamente alla causa del Frelimo, anche dopo la morte di Modlane.
La necessità di far nascer un nuovo movimento fu dettata dalla consapevolezza che lo scontro doveva trasferirsi sul piano della lotta armata, infatti nel settembre 1964 il Frelimo lanciò il primo attacco contro i portoghesi a partire dal nord del paese. Da subito il Frelimo potè contare sull'appoggio dell'Unione Sovietica, della Cina, di alcuni paesi dell'area scandinava e da parte della sinistra Italiana (in particolare il Frelimo intrattenne straordinari rapporti con la città di Reggio Emilia). Il Frelimo strinse subito solidi legami con le altre formazioni politiche africane in lotta contro i portoghesi: l'MPLA in Angola e il PAIGCV in Guinea Bissau.
Nel luglio 1968 il II Congresso del partito aderì all'ideologia socialista.
Il 23 febbraio 1969, a Modlane verrà recapitato un libro, al cui interno era contenuta una bomba. Morirà dilaniato dall'esplosione.
Samora Machel con la moglie Graca
Il partito sarà retto da un triunvirato composto dall'infermiere Samora Machel, dal poeta Marcelino Dos Santos e dal ministro presbiteriano Uria Simango. Simango, già vicepresidente del Frelimo, successe di fatto alla morte di Modlane, ma già in aprile 1969 la sua leadership fu messa in discussione dall'ala più spiccatamente marxista del partito e di fatto affiancanto alla presidenza. Nel novembre 1969 fu espulso dal partito e si rifugiò in Egitto dove assieme ad altri fuoriusciti, come Paulo Guramo, fondò il COREMO (una piccola formazione). Simago rientrò in Mozambico nel 1974 e formando una nuova formazione politica (PCN - National Coalition Party) tentò di contestare il ruolo del Frelimo. Incarcerato pochi giorni prima dell'indipendenza, "costretto" a confessare complotti, fu giustiziato tra il 1977 e il 1980, assieme ad altri dissidenti. A prendere in mano il partito fu dunque Samora Machel che nell'aprile 1974 guidò il Frelimo alla presa di Maputo (anche a seguito della dissoluzione della dittatura portoghese con la Rivoluzione dei Garofani) e il 25 giugno 1975 divenne Presidente del Mozambico indipendente.
Con l'indipendenza scoppiò di fatto la guerra civile, perchè la RENAMO (Resistencia Nacional Mocambicana), gruppo fondato in vista dell'indipendenza nel marzo 1974 da un fuoriuscito del Frelimo, Andrè Matsangaissa, sostenuto della Rhodesia in chiave anti-comunista, iniziò l'azione di guerriglia contro il governo.
Sin da subito l'azione della Renamo - che pur contava mediamente di oltre 20 mila combattenti -  fu caratterizzata da un'esagerata violenza, da nessun appoggio delle masse popolari e dal mancato riconoscimento internazionale (perfino gli Stati Uniti riconobbero la legittimità del Frelimo). La sua presenza, e il suo sostegno, erano dettate più da questioni locali (appoggio del Sudafrica e della Rhodesia) e da interessi dei servizi segreti in chiave anticomunista, che da reali questioni politiche o geopolitiche.
Nel febbraio 1977, il III Congresso del Partito abbracciò l'ideologia marxista-leninista.

Il 19 ottobre 1986, mentre il Tupolev TU-134 di Machel rientrava dallo Zambia, cadde al confine tra lo Swaziland e il Sudafrica. Nonostante non vi furono mai prove certe, le colpe ricaddero sui servizi segreti sudafricani, che volevano punire chi ospitava gli uomini dell'African National Congress (ANC) (nonostante la firma di un accordo nel 1984). Nemmeno la Commissione di Verità e Riconciliazione, voluta da Nelson Mandela all'indomani della sua elezione a Presidente del Sudafrica riuscì a stabilire con precisione le cause. Per la cronaca, la vedova di Samora Machel, Graca Machel nel 1998 ha sposato Nelson Mandela, divenendo l'unica donna al mondo ad essere stata first-lady di due paesi. A Samora successe Joachim Chissano (già Ministro degli Esteri, fu presidente del paese fino al 2005).
Nel 1989, il V° Congresso del Partito, ripudierà l'ideologia marxista-leninista e il 30 novembre 1990, la nuova Costituzione abolirà il ruolo del Frelimo come partito unico.
Nel 1990 grazie al lavoro incessante della Comunità di Sant'Egidio (l'ONU di Trastevere come fu in seguito chiamata) e alle mutate situazione internazionali (caduta del muro di Berlino, fine della guerra fredda, collasso del sistema razziale in Sudafrica e fine dei finanziamenti militari americani nell'area) iniziarono i colloqui di pace tra Frelimo e Renamo, che il 4 ottobre 1992 portaro alla fine della lunga guerra civile (quasi 18 anni).
La pace in Mozambico è stata un successo delle diplomazia, ma anche la dimostrazione che senza grandi interessi economici in gioco, le distanze sono minori e più facilmente conciliabili.

Alle prime elezioni dell'ottobre 1994 il Frelimo vinse con il 44,3% dei voti. La Renamo sorprendentemente raggiunse il 37,7%. Chissano fu confermato presidente con il 53% dei voti. Le elezioni a cui parteciparano l'87,7% degli aventi diritto, si svolsero in modo sereno e corretto.
Il 3-5 dicembre 1999 il Mozambico votò per la seconda volta nella sua storia e nuovamente vince il Frelimo con il 48,5%, contro il 38,8% della Ranamo e il 2,7% del Partito laburista. Chissano è ancora rieletto con il 52,3% contro Aberrahmane Tlili che ottiene il 47,7%.
Nel dicembre 2004 si rivotò, ma Chissano annunciò la sua non volontà di ricandidarsi (cosa quasi unica la mondo) e il Frelimo presentò Armando Guebuza, nel Frelimo dal 1963, rappresentante alla firma degli accordi di Pace di Roma, divenuto poi un industriale, che venne eletto con il 62% dei voti contro il 29,73% della Renamo. il candidato della Renamo Afonso Dhlakawa (31,7%). Il Frelimo ottenne il 63,7% dei voti, contro Nel febbraio 2005, Armando Guebuza divenne il terzo presidente del Mozambico.
Le ultime elezioni si sono tenute il 28 ottobre 2009, quando Guebuza è stato riconfermato con il 75,1% dei voti, mentre il Frelimo ha ottenuto il 75,76% dei voti contro la Renamo che si ferma al 17,7%. Vi è da dire che a votare fu solo il 44% degli aventi diritto.
Dal 23 al 28 settembre scorso si è svolto il X° Congresso del partito in occasione del 50° anniversario della sua fondazione.

La lotta di liberazione del Mozambico ha dato speranza ad un popolo. La lunga guerra civile, ha impoverito un paese, che contrariamente ad altri, non gode di grandi ricchezze del sottosuolo. Vent'anni di pace non hanno ancora garantito il miglioramento generale della vita quotidiana. Il Mozambico resta uno dei paesi più poveri dell'Africa.

Vi linko, per eventuali approfondimenti, a questo quadro storico scritto da Antonella Cervelli, del Dipartimento di Storia di Firenze.

Ecco il sito ufficiale del Frelimo

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mercoledì 11 luglio 2012

African National Congress (ANC)

L'8 gennaio 1912, in una chiesa di Bloemfontein, in Sudafrica, fu fondato il partito che sarebbe diventato poi il simbolo della lotta contro la segregazione razziale e l'immagine di un uomo, Nelson Mandela, che nella fase più dura dello scontro con il governo bianco, l'ha guidato. Nato in difesa dei diritti e della libertà della popolazione nera maggioritaria (nacque come South African Native National Congress -SANNC, cambiando nell'attuale nome nel 1923) all'indomani dell'autonomia dell'Unione Sudafricana (avvenuta il 31 maggio 1910) come dominion britannico in mano ai coloni bianchi. Primo presidente (fino al 1917) fu il poeta, filosofo, giornalista e insegnante di etnia zulu, John Dube che assieme a Pixley ka Isaka Seme (Presidente dal 1930 al 1936) e a Solomon Tshenkiako Pleatje (Segretario Generale del partito dal 1912 al 1915) aveva contribuito a fondare il partito. Nel 1917 la Presidenza del partito fu affidata a Selako Mapogo  Makgatho, che guidò la fase che portò all'attuale nome il partito e lo resse fino al 1924.
John Dube, primo Presidente ANC (dalla rete)
Nel 1927, dopo la presidenza di Zaccheus Mahabane (che guiderà il partito anche dal 1937 al 1940), il partito fu guidato da Josiah Tshagane Gumede, anch'esso tra i padri fondatori, che propose una solida alleanza con il Partito Comunista Sudafricano (che era nato nel 1921 tra i minatori bianchi e che nel 1924 aveva stravolto la sua politica rivolgendosi soprattutto ai natii, ovvero ai neri). La sua proposta fu messa in minoranza e egli stesso fu espulso dal partito nel 1930. Nel 1929 l'ANC fu però a fianco dei minatori durante gli scioperi.
Nel 1931 nacque la Bantu Woman Leagues, guidata dal Charlotte Makongo Maxeke, embrione della futura ANC Woman League (che nascerà ufficialmente nel 1948) e che per molti anni sarà guidata da Winnie Madikìizela, moglie di Mandela dal 1958 al 1996.
Dopo un decennio di "crisi" del partito, che fu guidato prima Pixley ka Isaka Seme (1930-1936) e poi nuovamente da Muhabane (1937-1940), la svolta avvenne durante la presidenza del medico Alfred Bititi Xuma (1940-1949), quando una nuova generazione di giovani, di impostazione decisamente più radicale, cominciò a premere, chiedendo una svolta ad un partito che rischiava di diventare "conservatore" nelle sue modalità di operare.
Luthuli (sn) e Tambo (ds) - dalla rete
Fu così che nel 1944 fu fondata, ad opera  di tre uomini che hanno fatto poi la storia di questo partito, ovvero Nelson Mandela (1918), Oliver Tambo (1917-1993) e Walter Sisulu (1912-2003) (con loro anche Nick Gombart e Ashley Peter Mda) la Lega Giovanile dell'ANC che per la fine degli anni '40 ebbe il controllo del partito e lo trasformò in un movimento di massa. Quando il governo razzista sudafricano del Partito Nazionalista di Daniel Malan, nel 1948 promulgò le leggi che portarono all'apartheid (cioè alla politica della saparazione tra bianchi e neri che durerà fino al 1994) l'ANC diventò il punto di aggregazione delle proteste della maggioranza nera.
Mandela (sn) e Sisulu (ds) -dalla rete
Nel dicembre 1949, grazie anche all'appoggio della Lega Giovanile dell'ANC, alla  presidenza fu eletto un'altro medico, James Sebe Moroka (1949-1952), che proveniva dall'All African Convention (AAC) ed era iscritto solo alla Lega Giovanile dell'ANC (la cosa scatenò una notevole disputa interna). Durante la sua presidenza l'ANC pianificò le sue azioni di contrasto all'apartheid. Nel 1950, quando il governo Sudafricano bandì per legge il Partito Comunista molti membri dell'ANC, tra cui Moroka e Mandela, furono accusati di "simpatie comuniste", e mentre la maggioranza dell'ANC era pronta a battersi per la libertà di espressione e per l'uguaglianza tra le razze, Moroka intraprese una strada individuale (arrivando perfino ad accusare in aula alcuni membri dell'ANC di comunismo) che gli costò l'espulsione dal partito. A prendere le redini del partito fu allora l'insegnante Albert John Luthili (che aveva aderito all'ANC nel 1944) che dal dicembre 1952 guidò il partito fino alla sua morte avvenuta nel 1967.
Luthuli seppe imprimere (nonostante l'acuirsi delle dispute interne al partito) una linea pacifista e non violenta al movimento, il quale, a partire dal 1953, lanciò una serie di operazioni contro la politica del governo, che si ispiravano alle lotte non violente di Gandhi in India (Gandhi, aveva soggiornato quasi senza soluzioni di contnuità in Sudafrica dal 1893 al 1914, divenendo un leader delle lotte e delle rivendicazioni degli indiani sudafricani) e al cristianesimo in cui Luthuli si era formato.
Nel dicembre 1956 oltre 100 esponeneti dell'ANC (tra cui Luthili, che uscirà alla fine del 1957)  furono arrestati e processati. Nel 1959 vi sarà anche la prima scissione importante in seno all'ANC, quando un gruppo capeggiato da Robert Sobukwe fondò il Pan Africanist Congress (19 aprile 1959). Il PAC chiedeva una modifica della Freedom Charter (del 1955) dell'ANC che permettesse l'allargamento ad altri soggetti, tra cui il Partito Comunista, nell'azione coingiunta contro il governo.
Oliver Tambo (dalla rete)
Il 21 marzo 1960, con il massacro di Sheperville, in cui la polizia sparò, uccidendo 70 persone tra cui donne e bambini, durante una manifestazione organizzata dal PAC, la lotta si inasprì, costringendo da un lato alla clandestinità l'ANC e dall'altro convinse molti suoi leader, primo tra tutti Mandela, della necessità di abbandonare la lotta non violenta a favore della lotta armata.
Alla fine del 1961, Albert Luthuli sarà anche il primo africano nero a ritirare un premio Nobel (quello per la Pace), proprio mentre all'interno dell'ANC nasceva (16 dicembre 1961), per volere di Nelson Mandela, l'ala militarista Umkhonto we Sizwe (abbreviato MK) (lancia della nazione). L'MK ebbe l'appoggio del Partito Comunista Sudafricano e strinse contatti con le guerriglie attive dell'intera Africa del Sud (MPLA, FRELIMO, ZAPU e SWAPO). L'organizzazione (definita terroristica dal governo Sudafricano) ebbe basi in Mozambico, Botswana, Angola e Swaziland ed operò fino al 1 aprile 1990 e nel 1994 i suoi militanti furono integrati nell'esercito sudafricano.
Il 5 agosto 1962 Nelson Mandela, fu arrestato (resterà in carcere fino all'11 febbraio 1990). La prigionia, la tenacia dell'uomo, la sua forza, il suo carisma lo faranno diventare non solo il leader indiscusso dell'ANC, ma anche, e soprattutto, il simbolo di una lotta, di un popolo e di una razza in Africa e e nel Mondo.
Il 21 luglio 1967 Albert Luthuli morirà in un incidente (ucciso da un treno merci), alla guida del partito sarà designato l'avvocato Oliver Tambo, che dal 1960 si trovava all'estero incaricato di tessere i contatti con l'estero e raccogliere i fondi necessari per la lotta.
Tambo guiderà dall'estero l'ANC fino al 1991, pur riuscendo segretamente sempre a dialogare con Mandela (e l'altro storico, Albert Sisulu, anch'egli arrestato nel 1963 e rilasciato nel 1989) in carcere ed a condividerne le linee poltitiche e strategiche.
Negli anni Tambo dovrà affrontare, non solo la lotta contro il governo segregazionista sudafricano, ma anche i difficilissimi rapporti (sfociati anche in durissimi scontri al limite della guerra civile) con l'Inkatha Freedom Party di Mangosuthu Buthelezi e con l'estremismo, anche culturale, del Black Consciousness Movement di Steve Biko.
Uno giovanissimo Mandela (dalla rete)
Nel 1991, dopo la liberazione di Mandela e gli accordi di pace con il governo sudafricano (frutto anche di uno straordinario lavoro diplomatico dei leader dell'ANC), Oliver Tambo (che morirà di ictus il 23 aprile 1993, senza riuscire a vedere il trionfo di Mandela quando nel 1994 diventerà il primo Presidente nero del Sudafrica), consegnerà la presidenza del partito a Nelson Mandela (1991-1997). Alle prime elezioni libere del Sudafrica nel 1994, l'ANC (in una triplice allenza con il Partito Comunista (SACP) e il COSATU) raccoglierà il 62,65% dei consensi. Nel 1997 alla guida del partito fu designato Thabo Mbeki (1997-2007) (collaboratore di Albert Sisulu e poi in esilio per 28 anni) che nel 1999 diventerà il secondo Presidente nero del Sudafrica (1999-2008). Durante il suo mandato l'ANC raggiungerà il 66,35% dei consensi nel 1999 e il 69,69% nel 2004 (quando l'ANC si dichiarerà come un partito di ispirazione social-democratica).
Nel dicembre 2007, al congresso del partito, venne eletto Presidente, sconfiggendo Mbeki, Jacob Zuma (2007-in carica). Zuma, entrato nel 1959 nell'ANC, è stato per dieci anni (1963-1973) in carcere a Robben Island con Mandela, per poi andare in esilio fino al 1990.
Sulla testa di Zuma pendono una serie di accuse di corruzione e di appropriazione indebita (perfino una di stupro) che certamente screditano la storia centenaria ed il ruolo dell'ANC.
Nonostante questo, Jacob Zuma, dopo le dimissione da Presidente del Sudafrica di Mbeki e una reggenza del vice-presidente Kgalema Motlanthe (2008-2009), diventerà, nel 2009, il quarto Presidente nero del Sudafrica.
L'ANC, alle elezioni del 2009, raccoglierà comunque il 65,90% dei consensi.

E' probabile che la spinta ideologica - sempre al limite tra l'adesione convinta ai movimenti comunisti e la necessità e l'urgenza della lotta razziale - che ha caratterizzato la vita, e la morte, di molti uomini dell'ANC si sia esaurita. Lo spirito di sacrificio, la rettitudine e il senso della collettività di una generazione di leaders, oramai scomparsa, sta lasciando il posto al pragmatismo e alle necessità di governo che portano in sè il germe delle abberrazioni e delle derive personalistiche di potere. Nelson Mandela, unico ancora in vita tra gli storici protagonisti di questa straordinaria esperienza culturale e politica, dall'alto della sua caratura morale, della sua età (tra pochi giorni avrà 94 anni) e della fatica di una vita a volte estrema, certamente non sarà felice di quanto sta accadendo.


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