martedì 24 agosto 2010

Somalia, la tragedia nel disastro

Oggi la stampa italiana, e non solo, riporta del grave attacco del gruppo di al-Shabab all'Hotel Muna di Mogadiscio in Somalia, dove hanno perso la vita, stando alle fonti, una trentina di persone tra cui sei o più membri del Parlamento di transizione. Le notizie sono ancora incomplete.

La questione somala è complessa. Basti pensare che dal 1991 la Somalia non ha un governo degno di tale nome (ovvero leggitimato e capace di controllare il territorio) e vive in una totale anarchia.
Mogadiscio, la capitale della Somalia, che a partire dagli anni '20 era stata una delle più belle (secondo standard europei) e ricche città dell'Africa, con un porto commerciale attivissimo, è oramai da 20 anni un campo di battaglia - come appare da questa foto raccolta dalla rete.
Raccontare la storia della Somalia - per capire l'attualità - richiederebbe troppo spazio. Ma alcuni punti è bene sottolinearli.

E' la Conferenza di Berlino del 1884 a determinare la storia odierna della Somalia: quando Italia, Francia e Gran Bretagna iniziano a contendersi, a volte sanguinosamente, il territorio. Dal 1892, e fino al 1920, i popoli della Somalia tenteranno di resistere al colonialismo. Nel 1936 la Somalia Italiana entra a far parte dell'Africa Orientale Italiana (assieme ad Eritrea ed Etiopia) che dal 1941 sarà occupata dalla Gran Bretagna. Nel novembre 1949 le Nazioni Unite, a seguito dei nuovi equilibri post-bellici, affideranno all'Italia l'amministrazione fiduciaria della Somalia.
Il 26 giugno 1960 la Somalia Inglese e il 1 luglio 1960 la Somalia Italiana, diventeranno indipendenti sotto un'unica bandiera (la Somalia francese diventerà indipendente nel 1977 con il nome Gibuti).
Il 15 ottobre 1969 fu ucciso il presidente Shermarke e pochi giorni dopo, il 21 ottobre 1969, con un colpo di stato sale al potere Siad Barre, militare che si era formato in Italia nel corpo dei Carabinieri (negli anni '50 aveva frequentato la Scuola Allievi Ufficiali di Firenze). La sua dittatura , durante la quale vi saranno ( nel 1964 e nel 1977) delle guerre territoriali con l'Etiopia, durerà fino al 25 gennaio 1991, quando sarà destituito.
Da quel momento il paese piomberà nel mezzo di una guerra civile, scatenata dai clan di signori della guerra, nel tentativo di egemonizzare il paese. In questi 20 anni vi sono stati ben 13 tentativi di instaurare un governo, tutti miseramente falliti o quasi.
Nel 1992, con due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (24.4.1992 e 3.12.1992) saranno inviati delle missioni militari per assistere e poi proteggere la popolazione civile (denominati UNOSOM I, UNOSOM II e UNITAF). La missione di UNITAF, meglio conosciuta come "Operazione Restore Hope" - invece di restituire speranza, come il suo altisonante nome prometteva, gettò il paese ancora più nel caos. Gli americani (con il coinvolgimento di altri paesi, tra cui l'Italia) ingaggiarono una lotta contro uno dei signori della guerra, il generale Aidid (anche lui addestrato in Italia e membro del governo di Barre), finendo per perdere credibilità e vite umane. In particolare nell'ottobre 1993 quando a seguito dell'abbattimento di un elicottero MH6o Black Hawk americano, vi furono 19 morti americani nel tentativo di recupero dei militari (su tale episodio il regista Ridley Scott ha ricavato il film "Black Hawk Down"). Questo episodio, e la stagnazione militare, indusse l'amministrazione americana di Bill Clinton a ritirare il contingente dalla Somalia agli inizi del 1994.
Il 20 marzo 1994 vi fu poi un triste e per certi aspetti ancora misterioso episodio che sconvolse l'Italia (già nel luglio 1993 erano morti alcuni militari italiani), l'assassinio della giornalista del TG3 Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hravatin che stavano indagando sul legame tra signori della guerra e il contrabbando di droga, armi e rifiuti tossici.
Il 16 dicembre 1994, tristemente, le Nazioni Unite, sconfitte, ritirarono la propria missione, abbandonando nel caos totale il paese.
Da allora Aidid assunse il controllo di una parte del paese (fino alla sua morte avvenuta il 2 agosto 1996 a seguito di ferite) in guerra soprattutto con un'altro signore della guerra, Ali Mahdi ( che aveva sostituito Barre per pochi mesi dopo la sua caduta).
Dal 1997 al 2004 - mentre il paese continuava ad essere nella totale anarchia e gli sfollati premevano sulle frontiere - vi furono numerosi tentativi di conciliazione tra le fazioni in lotta (si arrivò a contarne 26 nel 1997!), tra cui la Conferenza di Gibuti (2000) e la Conferenza di Mbagathi (2004) che istituirono governi di transizione, tutti residenti a Nairobi in Kenya.
Nell'estate del 2006 entra in gioco una nuova compagine: l' Unione delle Corti islamiche (rete di gruppi islamici, sostenute, stando alle Nazioni Unite, da Iran, Libia e Arabia Saudita) che scacciano i signori della guerra da Mogadiscio con il sostegno della popolazione oramai esausta.
Verso la fine del 2006, truppe dell'esercito etiope, sotto pressione dell'amministrazione americana di Bush e con un diretto appoggio dal gennaio 2007, invasero la Somalia con l'obiettivo di espellere i gruppi radicali islamici. A quel punto emerse tra le Corti Islamiche il gruppo Al-Shabab ("la gioventù"), ala fondamentalista.
Dal 2006 è presente nel paese anche una missione dell'Unione Africana (Amisom) con militari dell'Uganda (e questa è una possibile lettura dei recenti attentati suicidi a Kampala in Uganda, rivendicati da Al-Shabab).
Quando nel 2009 le truppe dell'Etiopia si ritirarono dalla Somalia le fazioni dei gruppi islamici erano già in lotta tra di loro per la spartizione del potere.

Oggi solo una piccola parte di Mogadiscio è controllato dal governo di transizione guidato da Sheik Sharif Sheik Ahmed, mentre il resto del territorio è in mano agli islamici che già alcune settimane fa avevano minacciato alcune associazioni umanitarie (e già, perchè in mezzo a questo casino, ci sono uomini e donne che rischiano la pelle ogni giorno per aiutare la popolazione civile inerme) accusate di fare proselitismo cristiano.

La Somalia è oggi una polveriera dove tutto può accadere. Qualche osservatore internazionale sostiene che uno degli obiettivi dei militanti islamici è quello di "scatenare una nuova reazione militare internazionale, poichè allargare il conflitto a livello regionale potrebbe essere la migliore occasione per riconquistare il potere locale".

2 commenti:

marghe ha detto...

sai che questa foto di Mogadiscio che riporti mi ricorda tanto l'immagine finale del film "Il Pianista"? quando il protagonista finalmente finita la guerra ha il coraggio di uscire fuori e si trova di fronte un panorama post apocalittico di totale distruzione... che pena...

Gianfranco Della Valle ha detto...

Hai perfettamente ragione. Non avevo fatto questo raffronto ma calza alla perfezione. Del resto si potrebbe dire che è la dimostrazione che l'umanità dalla storia non impara, purtroppo, nulla.
Mogadisco, prima Sarajevo, prima ancora Bierut.....

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