martedì 8 febbraio 2011

30 ottobre 1974, The Rumble of Jungle a Kinshasa

Alle 5 del mattino del 30 ottobre 1974, due pugili della categoria dei pesi massimi, Muhammad Ali (meglio conosciuto con il suo nome prima della conversione all'islam, avvenuta nel 1964, Cassius Clay) e George Foreman si affrontarono sul ring dello Stade Tate Rafhael (stadio costruito nel 1952 e chiamato fino al 1967 Stade Roi Baudoin, poi dal 1967 Stade du 20 mai e dalla caduta di Mobutu, nel 1997, reintitolato al suo costruttore) di Kinshasa nello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo). L'incontro è considerato unanimamente uno dei match più importanti della storia del pugilato.
L'incontro fu il primo organizzato da Don King - uno dei più famosi manager del pugilato - che grazie agli accordi (e quindi ai soldi) fatti con il Presidente dello Zaire Mobutu Sese Seko riuscì a spazzare la concorrenza garantendo una borsa di 10 milioni di dollari (5 milioni per ogni pugile).
Mobutu - che utilizzò soldi degli zairesi - voleva rilanciare l'immagine del suo paese nel mondo. Infatti contemporanemente all'incontro di pugilato fu organizzato un grande concerto - Zaire 74 - con star del calibro di B.B. King e James Brown oltre che gli africani Manu Dibango e Miriam Makeba. Purtroppo, un infortunio capitato a Foreman durante gli allenamenti, fece slittare l'incontro di un mese, mentre non fu possibile annullare il concerto che si tenne senza l'aspettato pubblico straniero, al punto che Mobutu, preoccupato della scarsa affluenza di pubblico, decise di renderlo gratuito. La massiccia affluenza di pubblico fece comunque diventare il concerto un evento musicale straordinario.
Mohammed Alì, era dato da tutti per sfavorito. Foreman era considerato il pugile più forte mai esistito. I due pugili passarono l'estate ad allenarsi in Zaire per abituarsi al clima. Alì seppe guadagnare i favori del pubblico che, nonostante entrambi i pugili fossero di colore, si schierò in modo unanime con Mohammed Ali, incitandolo al grido Ali bomaye! (Ali uccidilo).
L'incontro si svolse alle 5 del mattino locale per permettere agli americani di vederlo comodamente dal divano di casa alla sera, sgranocchiando i pop corn.
All'ottava ripresa Foreman schiantò sotto i colpi possenti di Mohammed Alì.



Sull'incontro - che continua ad essere mostrato come uno dei più straordinari della storia della boxe - è stato scritto molto. Perfino una canzone, scritta nel 1975 dal cantante inglese Johnny Wakelin: "In Zaire". Inoltre è stato girato da Leon Gast nel 1996 il film-documentario Quando eravamo re (When We Where Kings), vincitore del premio Oscar nel 1997 come miglior documentario.

Ricordo quella notte, avevo 10 anni, e con mio padre mettemmo la sveglia per guardare quell'incontro (credo di ricordare che in Italia fossero le 4, ma forse la mia memoria mi inganna), trasmesso in mondovisione. Cassius Clay - perchè noi l'abbiamo sempre chiamato così - era l'idolo di mio padre e di tantissimi italiani. Era forza, resistenza, coraggio e classe. Ma ancora più era il simbolo del riscatto degli uomini di colore e dei diritti civili, che aveva assunto un ruolo ancora più marcato quando, nel 1967, si era rifiutato di andare a combattere in Vietnam (gli valse 3 anni di squalifica) affermando "non ho nulla contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro".


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