
Uscirà il 21 settembre il libro "
Un mese e un giorno. Storia del mio assassinio", del nigeriano
Ken Saro-Wiwa, edito da
Dalai. E' il diario della prima prigionia (31 giorni, nel 1993) che l'autore affrontò prima di essere nuovamente arrestato nel 1994 ed impiccato (nel 1995) dal regime nigeriano, assieme ad altri 8 attivisti del
MOSOP (
Moviment for the
Survival of the
Ogoni People).
Ken Saro-
Wiwa era un poeta, scrittore, drammaturgo e autore televisivo nigeriano, che dopo aver ricoperto incarichi
istituzionali negli anni '70, a partire dagli anni '80 si fece promotore delle
rivendicazioni del suo popolo (gli
Ogoni), e in generale delle popolazioni del Delta del Niger (oggi
uno dei luoghi più inquinati del mondo), contro lo
sfruttamento da parte delle
multinazionali -
Shell in testa- del territorio per l'estrazione del petrolio (la Nigeria è il maggior produttore di petrolio africano -
vedi post).
Saro-
Wiwa accusava la
Shell di uccidere gli
Ogoni inquinando l'ambiente con i rifiuti
industriali prodotti dallo
sfruttamento del petrolio.
Arresto una prima volta nel 1993, rilasciato, venne
imprigionato nel 1994 con l'accusa di aver incitato all'omicidio di quattro oppositori contrari alla linea del
Mosop. A seguito di un processo - da tutti ritenuto una farsa - fu condannato all'
impiccagione. Il
10 novembre 1995 la sentenza fu eseguita a Port Harcourt.L'anno dopo, nel 1996,
Jenny Green, avvocatessa americana, avviò una causa contro la
Shell, per dimostrare la sua complicità nell'assassinio di
Ken Saro-
Wiwa. La
Shell, al processo iniziato nel maggio 2009,
patteggiò, pagando un
risarcimento di 11,1 milioni di euro pur di non dar corso al
dibattimento, che secondo molti avrebbe fatto scoprire molti "affari poco chiari" della
multinazionale in Nigeria.
All'epoca dell'assassinio (
perchè di questo si tratta) di
Ken Saro-
Wiwa la Nigeria era guidata dal
Gen.
Sani Abacha (che il 17 novembre 1993, a seguito dell'
annullamento delle elezioni che avevano decretato la vittoria del ricco uomo d'affari
Abiola, aveva preso il potere) che a fine del 1994 aveva istituito un tribunale speciale militare per far condannare gli
Ogoni per i disordini nel Delta del Niger. La sentenza fu pronunciata il 31 ottobre 1995 e nonostante gli interventi di
Bill Clinton (allora presidente americano), di Nelson Mandela e del
Commonwealth (che a seguito espulse la Nigeria), la sentenza fu rapidamente eseguita.
Abacha morì poi
improvvisamente l'8 giugno 1998 (per infarto mentre festeggiava assieme a due-tre prostitute). A seguito della sua morte - la moglie fu arrestata all'
aereoporto di
Lagos con 38 valigie piene di denaro. Si pensa che la famiglia
Abacha (moglie e 9 figli) abbia sottratto al popolo nigeriano una cifra vicina ai 4 miliardi di dollari. Per la Svizzera (che aveva "congelato" quasi 750 milioni di dollari di
Abacha) la famiglia
Abacha è ritenuta una "famiglia criminale".
Recentemente il
Liechtstein ha iniziato la
restituizione alla Nigeria di 188 milioni di euro rubati della famiglia
Abacha.
E' evidente che
l'
assassinio di Ken Saro-Wiwa (che più volte aveva proposto di
dividere con le popolazioni locali i grandi guadagni del petrolio),
l'avidità di Sani Abacha (confermato dall'
esportazione all'estero di 2,2 miliardi di dollari)
e la sua scomparsa repentina,
le enormi entrare della Shell (per le estrazioni del petrolio del Delta del Niger) e
la volontà di chiudere presto il processo (
patteggiando un rimborso), lasciano intravedere un legame da cui è difficile sottrarsi.

Nel suo ultimo discorso presso il tribunale speciale militare che lo condannò a morte,
Ken Saro Wiwa ebbe modo di dire: "
inorridito dall'umiliante povertà del mio popolo, che pure vive in una terra ricca, angosciato della sua emarginazione politica e per lo strangolamento economico, indignato per la devastazione del suo territorio..... ho investito le mie risorse intellettuali e materiali, tutta la mia vita in una causa in cui credo ciecamente e per la quale non posso accettare intimidazioni e ricatti... nè la prigionia, nè la morte potranno impedirci di avere successo" concludendo "sono convintissimo che molto presto la Shell sarà chiamata a rispondere della guerra ecologica iniziata nel delta del Niger".