martedì 6 settembre 2011

Le anime nere dell'Africa: Foday Sankoh

Foday Saybana Sankoh, per i suoi uomini Popay o Papa è sicuramente stato un'anima nera dell'Africa. La sua crudeltà durante la sanguinosa guerra civile della Sierra Leone (1991-2002) ha superato ogni limite dell'umana immaginazione  lasciando sul campo tra i 50 mila e i 200 mila morti, 500 mila rifugiati e un numero enorme di amputati, di donne stuprate e di bambini soldati traumatizzati per la vita.

Nato nel 1937 in un remoto villaggio del nord della Sierra Leone, il padre, un contadino di etnia Tamne, la madre di etnia Loko. Dopo aver studiato nelle scuola primaria e secondaria di Magburaka ed aver svolto vari lavori, nel 1956 si arruola nell'esercito sierraleonese dove raggiungerà il grado di caporale. Addestrato in Nigeria e nel Regno Unito, è arrestato nel 1971 per aver preso parte ad un ammutinamento dell'esercito. Sconterà 7 anni di prigione a Freetown. Una volta rilasciato lavorerà come fotografo e cameramen nel sud-est della Sierra Leone, venendo a contatto con gruppi di giovani radicali che vogliono spodestare il potere. A partire dall'agosto 1987 è in Libia nei campi di addestramento di Gheddafi a Bengasi, che preparavano i rivoluzionari africani, dove conosce Charles Taylor con cui si lega con un patto di mutuo aiuto. I due metteramnno, a partire dal 1989, a fuoco e fiamme prima la Liberia (dal 1997 al 2003 Taylor sarà anche presidente della Liberia) e poi la Sierra Leone.
Negli anni in cui si addestrava in Libia , Sankoh fa nascere il Revolutionary United Front (RUF), assieme a Abu Kanu e Rashid Mansaray (attivisti sierraleonesi che avevano già combattuto con l'MPLA in Angola), che combatte a fianco del National Patriotic Front of Liberia (NPFL) di Charles Taylor in Liberia. Il 23 marzo 1991 il RUF, sempre con l'appoggio di Cherles Taylor,  lancia il primo attacco nella provincia diamantifera di Kailahun: segnerà l'inizio dell'insurrezione e della guerra civile in Sierra Leone. All'inizio il movimento, guidato da cinque persone tra cui Sankoh, Kanu e Mansaray e che aveva un background rivoluzionario, era visto positivamente da una parte dei sierraleonesi. Lo slogan " non più schiavi, non più padroni, potere e risorse al popolo" suonava positivamente ad un popolo di un paese ricco di diamanti e con governi corrotti che avevano sperperato gli ingenti profitti delle miniere. In poco tempo la strategia del RUF assunse però toni sempre più violenti. Il controllo dei diamanti servivano ad acquistare armi (lungo il tragitto Belgio/Francia - Monrovia) e potere. Nell'agosto del 1992 Sankoh fece giustiziare Kanu, e poi nel novembre 1992 anche Mansaray, che costituivano un ostacolo ai suoi deliranti e atroci metodi di gestione del potere. Oramai il RUF era diventato temuto per le sue pratiche di guerra: stupri di massa, amputazioni di arti e rapine. Inoltre poteva contare su di una  miriade di bambini soldato, rapiti e costretti ad ampurate gli arti ai propri familiari e nei propri villaggi.
Dopo una serie di colpi di stato, offensive e controffensive, l'arrivo di mercenari stranieri (pagati con fondi del Fondo Monetario Internazionale), nel marzo 1996 il RUF e il governo della Sierra Leone firmano un accordo di pace che non verrà mai rispettato. 
Nel marzo 1997 Sankoh viene posto agli arresti domiciliari in Nigeria (dove resterà fino al 1999), mentre il RUF, militarmente guidato da Sam Bockarie,  continua a mietere vittime nel paese ed a maggio del 1997 appoggia il golpe del AFRC (Armed Forces Revolutionary Council). Il golpe è ostaggiato fortmenente dalla popolazione civile. Nel marzo 1998 le truppe dell'ECOWAS (Comunità Economica del West Africa) guidate dalle truppe nigeriane scacciano l'AFRC dal potere.
Nel gennaio 1999 il RUF e l'AFRC lanciano un'operazione militare a Freetown. Secondo le organizzazioni umanitarie vengono uccise oltre 7000 persone, per lo più civili, oltre ad un numero imprecisato di stupri. Nulla ovviamente avviene senza la stretta appovazione di Sankoh.
Il 7 luglio 1999 fu firmato il contestato accordo di pace di Lomè, che oltre a permettere il rilascio di Sankoh, gli conferiva la vice-presidenza del paese e la presidenza di una commissione per il controllo dlele miniere di diamanti. Anche questo accordo, molto criticato dalla comunità internazionale, non resse e nel maggio 2000 gli inglesi, con il supporto delle delle Nazioni Unite, lanciarono l'operazione Palliser che sconfisse militarmente il RUF.
Il 17 maggio 2000 Foday Sankoh fu arrestato. Nel gennaio 2002 la guerra civile in Sierra Leone fu dichiarata conclusa, il paese era in ginocchio. Nel 2006 il RUF, trasformato in Revolutionary United Front Party, ottenne il 2,2% alle elezioni e il suo candidato presidente, Alimany Pallo Bangura l'1,7% dei consensi. Nel 2009 il partito è confluito nel All People's Congress. Il Tribunale Speciale per la Sierra Leone, incaricato di indagare sui crimini in Sierra Leone a partire dal novembre 1996 lo accusa di ben 17 capi d'imputazione  (leggi i capi d'accusa), tra cui,  crimini contro l'umanità,  avere terrorizzato la popolazione civile, uccisioni sommarie e sterminio, violenze  sessuali e psicologiche, utilizzo di bambini soldato, schiavitù e lavori forzati, attacco e rapimento del personale delle Nazioni Unite. In una dichiarazione dopo il suo arresto Sankoh si disse "sorpreso di essere indagato perchè io sono il leader del mondo".
Il 29 luglio 2003, durante la detenzione, Foday Sankoh muore per le complicanze di un infarto del miocardio. Il suo inquisitore della Corte Internazionale, David Crane, commentò la sua morte con un laconico "una fine pacifica che egli ha negato a molti altri" (leggi  l'articolo della BBC sulla sua morte).

La morte di Sankoh fu accolta con gioia e un senso di liberazione per le strade di Freetown. E' stato sicuramente tra gli uomini più crudeli che hanno calpestato la martoriata terra d'Africa. Qualcuno oggi continua a definirlo un rivoluzionario. Credo che nemmeno l'appellativo di "Hitler d'Africa" possa definire con esattezza questo brutale assassino.


Sulla guerra della Sierra Leone e sui diamanti insanguinati è stato scritto dal giornalista Greg Campell il libro Diamanti di sangue, mentre nel 2006 è uscito il film Blood Diamonds, che affronta lo stesso tema.

Vai alla pagina di Sancara sulle Anime nere dell'Africa

2 commenti:

Jas21 ha detto...

DIETRO QUESTI PERSONAGGI C'E' SEMPRE L'OCCIDENTE LADRO CHE E' CAPACE DI SCOVARE LE ANIME NERE ED USARLE PER I PROPRI SCOPI. ANIME NERE CHE SI NASCONDONO DIETRO DIPLOMATICA APPARENZA.....

Gianfranco Della Valle ha detto...

Grazie del commento. Diciamo che queste anime nere (perchè è fuori luogo che siano dei criminali) sposano gli interessi leciti (e soprattutto illeciti) dell'occidente. Da questa unione si generano dei mostri. Dopo, e qui bisogna essere onesti, le anime nere finisco, in un modo o nell'altro per pagare, gli altri mai.
Ciao
Gianfranco Della Valle, Sancara

Posta un commento