giovedì 24 maggio 2012

24 maggio 1993, l'Eritrea è indipendente

Una guerriera del FPLE
L'Eritrea è stato il penultimo stato divenuto indipendente in Africa (dopo di lei il Sud Sudan nel 2011). La sua è stata una conquista faticosa, frutto di una guerra d'indipendenza, spesso dimenticata e inascoltata, durata 30 anni (1961-1991). 
Una guerra di liberazione che ha visto, fin dal 1976, una forte partecipazione femminile, tanto che alla vittoria finale circa il 30% dei guerriglieri era di sesso femminile.
Tra gli addestratori delle donne eritree vi fu anche lo scrittore svedese Stieg Larsson, autore della fantastica trilogia Millennium.
Il nome Eritrea, derivato dal greco erythros, rosso, per rimarcare la sua posizione sul Mar Rosso, fu coniato dagli italiani quando alla fine XIX colonizzarono quest'area.
Il paese fu conquistato dagli italiani a partire dal 1879 (ufficialmente colonia fu dal 1890), che oltre a far sviluppare il porto di Massaua, che ne divenne la capitale, ammodernarono il paese (ad esempio con la costruzione della ferrovia Massaua-Asmara) e favorirono una massiccia migrazione di italiani in Eritrea. Al censimento del 1939, su 98 mila abitanti, ben 53 mila erano italiani. 
Gli italiani usarono l'Eritrea come base per tentare la conquista dell'Abissinia (Etiopia), fallendo nel 1895 con la nota sconfitta di Amba Alagi e riuscendoci solo per un breve periodo dal 1936 al 1941.
E' appunto nel 1941 che l'Italia venne sconfitta dagli inglesi che occuparono l'Eritrea fino al 1947 (restituendo all'imperatore Haile Selassie il controllo dell'Etiopia), e successivamente ottenendo dalle Nazioni Unite il protettorato sul paese. Nel 1952, la diplomazia internazionale, dopo estenuanti trattative, decise di concedere all'Eritrea una risicata autonomia in seno ad una Federazione con l'Etiopia. Questa scelta equivalse a concedere carta bianca agli etiopici: già nel 1960 l'Eritrea era poco più di una provincia etiope e nel 1962 fu definitivamente annessa. Nel momento storico in cui l'Africa si apprestava a decolonizzare il suo territorio (nel 1960 nacquero 17 nuovi stati africani), vi fu anche una delle prime "colonizzazioni" africane.
Hamid Adris Awate, foto dal blog WRNZLA
Nel frattempo, nel luglio 1960 al Cairo, era nato il primo nucleo di resistenza eritreo chiamato Fronte di Liberazione Eritreo (FLE) ad opera di intellettuali e studenti in esilio. Nel settembre 1961, l'ala militare guidata da un ex-ascaro (i militari eritrei dell'esercito coloniale italiano) formatosi in Italia, Hamid Idris Awate, lanciò la guerriglia di indipendenza contro l'Etiopia. Awate, che oggi è ritenuto un eroe nazionale, morì nel 1962, ma la guerriglia continuò con alterne vicende fino al 1970, quando un'ala più radicale, guidata dall'attuale Presidente dell'Eritrea, Isaias Afewerki (che aveva studiato in Cina le tecniche di guerriglia rivoluzionaria), fece nascere il Fronte Popolare di Liberazione Eritreo (FPLE) che sarà ufficialmente costituito nel 1973. Tale divisione creò anche dei conflitti interni ai due gruppi (guerra civile eritrea 1976-1981).
Nel 1974 in Etiopia il regime di Haile Salassie, dopo 44 anni, fu deposto dai militari. Gli eritrei, alle prese con una lotta interna, sperarono in un cambio deciso di linea, ma non fu così. Nel 1977, il potere fu assunto da Mengistu (l'uomo che fu poi ricordato per aver istituito il "terrore rosso") che entrando nell'orbita socialista destabilizò non poco le alleanze del FPLE che nel frattempo aveva avuto la meglio nella lotta interna. Infatti, grazie agli imponenti aiuti militari sovietici, l'Etiopia lanciò una massicca offensiva contro le basi eritree, che accusarono il colpo. Solo nel 1984 l'FPLE fu in grado di riorganizzarsi e rilanciare una seria controffensiva.
foto dal sito del Ministero dell'Informazione Eritreo
Alla fine degli anni '80, quando l'Unione Sovietica annunciò la fine della cooperazione militare con l'Etiopia, la guerriglia eritrea aveva già formalizzato una forte alleanza, stretta nel 1988, con gli etiopici del Movimento di Liberazione Popolo Tigrino (TPLF) con l'obiettivo di favorire la liberazione dell'Eritrea e la deposizione del regime di Mengistu.
Il 24 maggio 1991 il FPLE entrò vittorioso ad Asmara (ancora oggi per gli eritrei è la data ufficiale di indipendenza). Pochi giorni dopo fu festituito Mengistu. L'Eritrea era libera e così pure l'Etiopia.
Nell'aprile 1993 fu svolto un referendum sotto vigilanza delle Nazioni Unite che fu vinto dai fautori dell'indipendenza con il 99,78%. Il 24 maggio del 1993, l'Eritrea divenne ufficialmente il 53° paese indipendente dell'Africa.


La presidenza del paese fu accordata al leader del FPLE, Isaias Afewerki, che ancor oggi, senza aver più svolto le elezioni promesse, guida il paese. I rapporti tra Etiopia e Eritrea si sono deteriorari lentamente (del resto l'Eritrea ha tolto all'Etiopia qualsiasi sbocco al mare), fino al 1998, l'anno in cui è scoppiata la prima guerra tra di loro. Ancora oggi i rapporti sono tesi e scaramuccie, quanto non vere e proprie guerre, si ripetono periodicamente.

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