lunedì 19 novembre 2012

Parco Nazionale Bamingui-Bangoran

dalla rete
Il Parco Nazionale Bamingui-Bangoran è un parco istituito nel nord della Repubblica Centroafricana, a poca distanza dal confine con il Ciad (in realtà in una piccola area  ad ovest il parco funge proprio da confine),  nel 1993. Si estende su di un'area poco superiore al milione di ettari e su di un altopiano sito tra i 400 e i 500 metri di altitudine. E' attraversato dai fiumi Bamingui e Bangoran, che insieme costiuiscono il fiume Chari, il maggior immissario (95% delle acque) del sofferente Lago Ciad.
La riserva ha un'ampia varietà di habitat che vanno dalla foresta tropicale alla savana arbustiva. All'interno il fiume determina un sistema complesso di foresta pluviale e di raccolta di acque che favoriscono la presenza di alcune tipologie di animali. Vi è una lunga stagione delle piogge (tra maggio e ottobre) seguita da una stagione secca (da novembre a gennaio) , mentre già da febbraio vi sono precipitazioni minori. Tra gli animali più a rischio estinzione presenti nel parco è bene ricordare la presenza del licaone  (secondo alcuni studi oltre 200 esemplari nel parco), dei ghepardi, del leone e del Manato africano (una sorta di tricheco che vive nei fiumi). Nella riserva vivono poi un alto numero di altri mammiferi come le giraffe, i leopardi, i babbuini, i bufali e una varietà di antilopi. Inoltre si possono vedere una grande (vicino alle 400 specie) varietà di uccelli (ecco la scheda sul parco della Birdlife International) e di anfibi.
Nel 1979 l'area è stata inserita all'interno delle Riserve della Biosfera dell'UNESCO e sin dal 1988 gode di un'assistenza dell'Unione Europea.

La presenza umana - che appartiene alla stessa idea delle riserve della biosfera -  costituisce oggi un problema per l'area. Infatti oltre agli insediamenti umani, che utilizzano le risorse interne per la loro sussistenza, la necessità di terreni agricoli e di pascoli preme sulle aree periferiche della riserva. Inoltre vi sono concessioni per l'utilizzo del legname delle foreste e per le ricerche minerarie (uranio, oro, diamanti e ferro) - in mano ad aziende straniere - che entrano fortemente in contrasto con le necessità di tutela dell'ecosistema. L'assenza di un managment solido poi, contribuisce ad accrescere i pericoli per il parco. Infine, l'assenza dello stato e la vicinanza del confine, favorisce l'abbattimento illegale degli animali (per ricavarne parti o per trofei di caccia) da parte di uomini senza scrupoli.

Ecco la scheda APAAT (Aree Protette Africane assistite dalla Comunità Europea) sul Parco
Vai alla pagina di Sancara sulle Riserve della Biosfera in Africa

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