venerdì 17 settembre 2010

Il nucleare in Africa

Mentre il mondo intero discute (e si interroga) della nuova centrale nucleare in Iran- prossima all'avvio della produzione- altri 54 reattori (stando al rapporto 2009 dell'Iaea - International Atomic Energy Agency) sono in costruzione sul nostro pianeta (20 in Cina, 9 in Russia, 6 in Korea, 5 in India, 2 in Bulgaria, Slovacchia, Ucraina e uno in Argentina, Finlandia, Francia, Giappone, Pakistan, e Stati Uniti).
Certo la centrale iraniana ha un nome singolarmente ironico Bushehr (che sia dedicata alla famiglia Bush?). Progettata nel 1979 (prima della rivoluzione islamica di Khomeini), la costruzione fu interrotta nel 1980 allo scoppio della guerra Iran-Iraq. Solo nel 1994 i russi (perchè sono loro a costruirla) ripresero i lavori che il 21 agosto scorso hanno permesso di iniziate a caricare il combustibile.
Sono 437 i reattori oggi in attività nel mondo e di essi, 339 sono in attività da più di 20 anni.
Sono 104 i reattori negli USA, 59 in Francia, 54 in Giappone, 31 in Russia, 20 in Corea, 19 nel Regno Unito, 18 in Canada e India, 17 in Germania, 15 in Ucraina, 11 in Cina, 10 in Svezia, 8 in Spagna, 7 in Belgio, 6 in Repubblica Ceca, 5 in Svizzera, 4 in Slovacchia, Finlandia e Ungheria, 2 in Argentina, Brasile, Messico, Pakistan, Romania, Sud Africa e una in Armenia, Olanda, Slovenia.

In Africa esiste un'unica centrale nucleare (nella foto), con due reattori da 900 megawatt ed è in Sudafrica precisamente a Koeberg, vicino a Cape Town. Nella sede delle centrale viene anche stoccato tutto il combustibile esausto (scorie) non avendo ancora deciso, il Sudafrica, una politica seria sullo smaltimento. Costrita nel periodo 1976-1985 dalla francese Framatome (che era stata fondata nel 1958) (oggi Areva (già Cogema)- conosciuta agli amanti della vela per essere sponsor dell'imbarcazione francese in Coppa America, ma anche coproprietaria delle miniere di uranio in Niger e Gabon) ed entrata in funzione il 4 aprile 1984 (il primo reattore) e il 25 luglio 1985 (il secondo reattore). La centrale nel 2009 ha prodotto il poco meno del 5% dell'energia sudafricana.
La cosa curiosa è che la centrale nucleare è stata costruita durante il periodo in cui il Sudafrica - a causa dell'apartheid - era soggetta a sanzioni internazionali. Infatti nel 1973 le Nazioni Unite decretarono che l'apartheid fosse dichiarato un crimine internazionale. Così nel 1976 mentre entrava in vigore la Convenzione Internazionale per la Soppressione e la Condanna del Crimine dell'Apartheid, i francesi cominciarono a costruire la centrale nucleare di Koeberg. Insomma in quegli anni il Sudafrica a causa dell'apartheid non poteva partecipare, ad esempio, alle Olimpiadi (fu infatti esclusa dal 1964 al 1988) mentre poteva tranquillamente costruire con la cooperazione francese l'unica centrale nucleare di tutta l'Africa (e poi molti si chiedono perchè non funzionano le sanzioni internazionali).

Naturalmente sono molti i paesi che premono per entrare nel club nucleare. Sempre secondo il rapporto 2009 dell'Aiea, sono 60 i paesi (per la maggioranza in via di svuluppo) che hanno informato l'agenzia che sono interessanti a sviluppare un programma nucleare. Di questi stando all'agenzia, 17 paesi sono ad uno stato avanzato dello sviluppo (Emirati Arabi Uniti in testa).
In Africa in testa l'Egitto (quello che è più avanti e che ha già identificato il sito nella località di Al-Daaba, a pochi chilometri da Alessandria), poi Algeria, Marocco, Libia, Namibia, Nigeria, Ghana e Sudan.
Del resto il rapporto con l'uranio in Africa è molto stretto. Namibia e Niger sono tra i primi cinque estrattori di uranio a mondo (dopo Canada, Australia e Kazakistan), mentre il Sudafrica è nei primi 10 del mondo. Dalle miniere dell'attuale Repubblica Democratica del Congo proveniva l'uranio usato per la bomba americana che colpì Hiroshima, mentre il deserto del Sahara fu oggetto di una grande quantità di test atomici francesi negli anni '60). Al tempo stesso è un rapporto complesso e complicato anche sul versante bellico del nucleare (linko un interessante articolo del 2005 di Unimondo sugli intrecci nucleari in Africa, per chi avesse voglia di seguire questo filone).
Certo alcune cose lasciano sconcertati, come il regalino fatto dagli americani a Mobutu (allora presidente dello Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo) negli anni '70. Un piccolo reattore nucleare sperimentale. Delle barre di uranio di quel reattore si sono perse le tracce nel 2001 , finite nell'ormai enorme commercio parallelo e criminale di uranio e suoi simili.

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