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Nel 1969 Bruno Nettl della Harvard University ha definito quella dei Chopi "il più sofisticato metodo compositivo mai trovato tra i popoli pre-letterati".
Sono strumenti finemente lavorati in legno (il legno è quello di un arbusto della famiglia delle Achillee, chiamato localmente mwenje) di dimensioni e tonalità differenti. Sotto le tavole di legno sono riposte le casse di risonanza, costituite da calabash, una sorta di zucca a forma di bottiglia, chiamata in portoghese porongo, che vengono intrise di cera d'api e ricoperte con olio di un frutto, chiamato nkuso.
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Da allora la comunità si è posta alcuni obiettivi di salvaguardia della tradizione, tra cui: a) favorire il passaggio alle nuove generazioni dell'arte della costruzione delle Timbila, b) favorire l'accesso alla documentazione scientifica, c) creare opportunità di incontro e di scambio tra i suonatori di Timbila, d)favorire la tutela legale e l'interesse economico verso la tradizione della musica orchestrale dei Chopi.
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