mercoledì 1 agosto 2012

L'Egitto nel fioretto, un fatto storico

Allaeldin Abouelkassem, foto Upi.com
Sicuramente, la medaglia d'argento conquistata ieri alle Olimpiadi di Londra dall'egiziano Alaaeldin Abouelkassem è un fatto storico per la scherma e per lo sport africano. Si tratta della prima medaglia olimpica nella scherma per il continente africano (per approfondimenti si veda questo post di Sancara).
Un'impresa quella del giovane egiziano (ha 21 anni ed è studente di ingegneria informatica ad Alessandria d'Egitto) che ha dell'incredibile. Per giungere alla meritata finale ha dovuto affrontare, e battere, avversari del calibro del tedesco Peter Joppich (tre volte campione del mondo) e l'italiano Andrea Cassarà, fresco vincitore della Coppa del Mondo e numero uno del ranking mondiale. In particolare la vittoria con Andrea Cassarà (mi perdonerà l'amico Massimo Omeri, maestro di Andrea) è stata la svolta che ha dato sicurezza e fiducia al giovane egiziano che è approdato alla finale battendo il sud-coreano Byungchul Choi. Poi in finale si è arreso, 15 a 13, dal cinese Sheng Lei.

Abouelkassem, che ha dedicato la vittoria al padre scomparso solo pochi mesi fa, è giunto alle Olimpiadi grazie ad un progetto nazionale per giovani sportivi voluto dal governo egiziano.

Nel fioretto maschile l'Egitto è la 17° nazione a salire sul podio nella storia delle Olimpiadi. In questa speciale classifica è la Francia, con 27 medaglie (10 di oro) a fare da padrone, seguita dall'Italia con 20 medaglie (8 di oro) e dall'URSS/Russia con 7 medaglie. Oltre alle nazioni europee (Germania, Ungheria, Polonia, Belgio, Romania, Grecia e Austria), sono salite sul podio del fioretto maschile solo gli Stati Uniti e Cuba per il continente americano e la Corea del Sud, il Giappone e la Cina per l'Asia.

L'impresa di Allaeldin rappresenta quindi un fatto storico per uno sport che lentamente allarga i suoi confini verso paesi emergenti. Un successo africano che segnerà sicuramente il futuro della scherma nel continente. Per quanto riguarda l'Egitto, come qualcuno ha giustamente voluto sottolineare, vi è anche un remoto zampino italiano. Infatti nel periodo 1949-1962 ad insegnare in Egitto e guidare la nazionale egiziana di scherma vi era stato il maestro livornese Livio Di Rosa (che riuscì a portare la squadra egiziana del fioretto maschile al 4° posto alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952). Quando lasciò l'Egitto - il "burbero" Livio come veniva amichevolmente definito - andò ad insegnare in un nuovo Circolo di Scherma a Mestre (terraferma di Venezia) dove nei trent'anni che vi lavorò (Di Rosa è scompraso a 80 anni nel settembre 1992) creò una delle più importanti scuole di fioretto del mondo (quella delle medaglie olimpiche Dal Zotto, Numa, Borella, Cipressa, Vaccaroni, Bortolozzi e Zennaro, per intenderci). Oggi quel Circolo, che festeggia i 60 anni di vita porta il nome del grande maestro. Per inciso, Massimo Omeri (il maestro di Andrea Cassarà) è stato allievo da atleta e da tecnico di Livio Di Rosa, così come Giovanni Bortolaso (maestro di Arianna Errigo, recente argento nel fioretto femminile).
Chad Le Clos, dalla rete

La medaglia di Alaaeldin Abouelkassem è anche la prima africana "non bianca" di questa Olimpiade. Ed è giunta lo stesso giorno di un'altro incredibile successo africano nel nuoto, quello del sudafricano Chad Le Clos che ha vinto i 200 farfalla (a pochi giorni dalla prima medaglia d'oro del Sudafrica sempre nel nuoto) battendo un mostro sacro del nuoto americano e dello sport mondiale, quel Michael Phelps, che da ieri è l'uomo che nella storia ultracentenaria delle olimpiadi ha vinto più medaglie (19 in tre olimpiadi).

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