martedì 23 luglio 2013

23 luglio 1952, i "Liberi Ufficiali" conquistano l'Egitto

Alle 7.30 del mattino del 23 luglio 1952, la radio annunciò l'avvenuto golpe in Egitto. L'esercito, guidato dal gruppo clandestino denominato "Liberi Ufficiali" con a capo il generale Muhammad Neghib e il colonello Gamal al-Naser, aveva deposto il re Faruq (che guidava il paese dal 1936) obbligandolo ad affidare il trono al figlio Faud II (che all'epoca aveva 6 mesi! e sarà, sulla carta l'ultimo Re d'Egitto). La famiglia reale fuggi in Italia dove il deposto re Faruq visse fino alla sua morte avvenuta nel 1965. Nel luglio 1953 l'Egitto divenne una Repubblica.
Dal 23 luglio 1952 e fino ad oggi (salvo la breve parentesi 2012-2013) l'Egitto sarà saldamente in mano all'esercito.
A parlare alla radio quel giorno fu un giovane ufficiale, Anwar Al Sadat che successe nel 1970 a Nasser come Presidente dell'Egitto e che fu assassinato nel 1981.

Gli ufficiali egiziani, che fin dal gennaio 1952 (a seguito degli scontri con le truppe britanniche e del crescere dei tumulti interni) pianificavano di prendere il potere, si muovevano nell'ambito di "nobili" intenzioni. Ritenevano (a ragione) che l'Egitto fosse di fatto un protettorato britannico retto da un re e da un governo fantoccio. Accusavano la famiglia reale, e non solo, di corruzione diffusa e di aver condotto l'Egitto ad una secca sconfitta nella guerra contro Israele del 1948. 
Il colpe trovò largo consenso tra la popolazione. Gli ideali repubblicani e pan-arabi dell'esercito facevano risuonare corde diffuse tra la gente comune e nel corso degli anni la popolarità e il carisma di Nasser (che nel novembre 1954 fece imprigionare il compagno Neghib - che sarà liberato solo nel 1972 -, assumendo direttamente la guida del paese).

Gli anni di Nasser - uomo di grande carisma - che vanno sotto il nome di "nasserismo", coincidono con la rinascita araba e la crescita del panarabismo (il quale tentò di sostituirsi alla vecchia idea di panislamismo). Questa rinascita araba represse duramente le organizzazioni islamiche (che in Egitto significavano i Fratelli Mussulmani). 
In pochi anni in molti paesi del nord Africa e del Medio Oriente i re furono deposti e sostituiti dall'esercito.   
Il carisma di Nasser crebbe quando nel 1956 nazionalizzando il canale di Suez, ebbe la meglio su inglesi e francesi portando il mondo sull'orlo di una guerra atomica. Nel 1958 diede vita ad un progetto di Repubblica Araba Unita (RAU) con Siria e parte dello Yemen, che naufragò nel 1961. Insomma la politica di Nasser ruotava intorno alla forte convinzione della necessità di una unificazione politica del mondo arabo in chiave anti-islamica. La sua strada fu fortemente osteggiata dagli Stati Uniti che lo vedevano avvicinarsi troppo al fronte sovietico.
Nel 1967, nonostante la disastrosa guerra contro Israele, Nasser mantenne la sua popolarità e poco prima della sua morte nel 1970 inaugurò la diga di Assuan che fortemente e caparbiamente aveva voluto.

Il recente golpe militare in Egitto, che dopo una breve parentesi civile (durata dal giugno 2012 a luglio 2013), ha riportato ancora una volta il potere nelle mani dei militari, sottolinea ancora una volta come l'esercito in Egitto sia il reale potere, oramai da oltre 60 anni. Il contrasto intenso con i Fratelli Mussulmani, in Egitto, nasconde in realtà le due diverse strade di sviluppo, in contrasto tra di loro, dell'intero mondo arabo: il nazionalismo politico o quello religioso. Finora solo l'esercito è stato in grado di contenere, o reprimere all'occorrenza, queste due contrapposte anime.

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