
Come avviene in ogni crisi umanitaria nel mondo, gli uomini e le donne dell'UNHCR sono i primi a giungere sul posto fornendo la prima assistenza umanitaria. Sono state montate tende, forniti i generi di prima necessità, erogata la prima assistenza sanitaria e cercato di garantire delle minime condizioni igienico-sanitarie. E' stato immediatamente attivata una raccolta fondi per l'Emergenza Nord Africa.
Nel confine tra Libia e Tunisia sono giunti in queste ultime settimane (a partire dal 20 febbraio) 90 mila profughi, altri 80 mila sono approdati al confine tra Libia e Egitto. La situazione appare più grave nel confine con la Tunisia, poichè in quello egiziano per ora la grande maggioranza sono lavoratori egiziani che erano in Libia.
Tra di essi vi sono lavoratori stranieri in fuga dalla Libia (non dimentichiamo che il Libia vi erano/sono circa 2 milioni di lavoratori stranieri) e cittadini libici spaventati. Nonostante, come hanno avuto modo di dichiarare in ogni luogo i funzionari dell'Alto Commissariato, lo sforzo enorme che civili, Mezzaluna Rossa e esercito tunisino hanno messo in campo, la situazione con il passare delle ore diventa sempre più difficile. Non dimentichiamo che entrambi i paesi, Tunisia e Egitto, si trovano in una fase "post-rivoluzionaria" a seguito del collasso dei vecchi regimi, con delle strutture statali ancora molto fragili e con un'alta tensione interna. Certo non nelle condizioni ideali per accogliere profughi.
Da giorni l'UNHCR ha lanciato un'appello per un "urgente massiccia evacuazione delle persone giunte in Tunisia".
La discussione che si è sviluppata su questo tema in Italia ha assunto una strada singolare. Poichè questi paesi sono geograficamente vicini al nostro, si è immediatamente lanciato l'allarme "invasione". L'Italia, secondo qualche indovino, sarà a breve invasa da 300 mila persone in fuga dal Nord Africa (su questo tema vi rimando al Blog di Laura Boldrini, portavoce italiano dell'UNHCR che per prima ha denunciato questo eccessivo allarmismo).
Questo atteggiamento - decisamente incauto - ha fatto dimenticare che in primo luogo l'Italia dovrebbe guardare con attenzione ed essere protagonista dei cambiamenti storici ch
e sono in corso in tutta l'area del Nord Africa. L'avvento della democrazia auspicata - che per ora è solo l'aver defenestrato il tiranno in Tunisia e Egitto o provare a farlo nel mezzo di una durissima repressione in Libia- dovrebbe far scattare ben altre idee e interventi che l'insensata paura dell'invasione.
Stando ai numeri dell'UNHCR sono quasi 20 milioni i rifugiati nel mondo. Vi sono paesi che da decenni vivono con milioni di rifugiati al proprio interno e di questo il nostro paese non sembra interessarsi minimamente. Certo sono lontani da noi.
Perfino la missione umanitaria italiana ai campi profughi, approvata di recente e che è in partenza in questi giorni, sembra più dettata dalla necessità di bloccare quante più persone in Nord Africa, impedendone la partenza, che da reali intenti umanitari. Del resto le dichiarazioni del Ministro dell'Interno sono state chiare: bisogna dare assistenza ai profughi in loco per evitare che, in mancanza di cibo e assistenza, decidano di fuggire e venire da noi.
Esattamente il contrario di quanto suggerisce l'UNHCR.
Un paese che vuole essere leader nel Mediterraneo come l'Italia, certo dovrebbe prepararsi a tutte le emergenze, fornire assistenza e aiuti umanitari, organizzare l'accoglienza nel proprio paese, ma soprattutto attivare tutti i canali diplomatici ed economici (perchè non usare l'ingente patrimonio della famiglia Gheddafi confiscato in Europa per pagare le spese della crisi umanitaria?) per incidere fortemente - pur nel l'assoluto rispetto delle sovranità territoriali - sull' assetto geopolitico dell'intera area. Certo è molto difficile farlo quando fino ad ieri si sono baciate le mani dei dittatori di turno.
Nel confine tra Libia e Tunisia sono giunti in queste ultime settimane (a partire dal 20 febbraio) 90 mila profughi, altri 80 mila sono approdati al confine tra Libia e Egitto. La situazione appare più grave nel confine con la Tunisia, poichè in quello egiziano per ora la grande maggioranza sono lavoratori egiziani che erano in Libia.
Tra di essi vi sono lavoratori stranieri in fuga dalla Libia (non dimentichiamo che il Libia vi erano/sono circa 2 milioni di lavoratori stranieri) e cittadini libici spaventati. Nonostante, come hanno avuto modo di dichiarare in ogni luogo i funzionari dell'Alto Commissariato, lo sforzo enorme che civili, Mezzaluna Rossa e esercito tunisino hanno messo in campo, la situazione con il passare delle ore diventa sempre più difficile. Non dimentichiamo che entrambi i paesi, Tunisia e Egitto, si trovano in una fase "post-rivoluzionaria" a seguito del collasso dei vecchi regimi, con delle strutture statali ancora molto fragili e con un'alta tensione interna. Certo non nelle condizioni ideali per accogliere profughi.
Da giorni l'UNHCR ha lanciato un'appello per un "urgente massiccia evacuazione delle persone giunte in Tunisia".
La discussione che si è sviluppata su questo tema in Italia ha assunto una strada singolare. Poichè questi paesi sono geograficamente vicini al nostro, si è immediatamente lanciato l'allarme "invasione". L'Italia, secondo qualche indovino, sarà a breve invasa da 300 mila persone in fuga dal Nord Africa (su questo tema vi rimando al Blog di Laura Boldrini, portavoce italiano dell'UNHCR che per prima ha denunciato questo eccessivo allarmismo).
Questo atteggiamento - decisamente incauto - ha fatto dimenticare che in primo luogo l'Italia dovrebbe guardare con attenzione ed essere protagonista dei cambiamenti storici ch

Stando ai numeri dell'UNHCR sono quasi 20 milioni i rifugiati nel mondo. Vi sono paesi che da decenni vivono con milioni di rifugiati al proprio interno e di questo il nostro paese non sembra interessarsi minimamente. Certo sono lontani da noi.
Perfino la missione umanitaria italiana ai campi profughi, approvata di recente e che è in partenza in questi giorni, sembra più dettata dalla necessità di bloccare quante più persone in Nord Africa, impedendone la partenza, che da reali intenti umanitari. Del resto le dichiarazioni del Ministro dell'Interno sono state chiare: bisogna dare assistenza ai profughi in loco per evitare che, in mancanza di cibo e assistenza, decidano di fuggire e venire da noi.
Esattamente il contrario di quanto suggerisce l'UNHCR.
Un paese che vuole essere leader nel Mediterraneo come l'Italia, certo dovrebbe prepararsi a tutte le emergenze, fornire assistenza e aiuti umanitari, organizzare l'accoglienza nel proprio paese, ma soprattutto attivare tutti i canali diplomatici ed economici (perchè non usare l'ingente patrimonio della famiglia Gheddafi confiscato in Europa per pagare le spese della crisi umanitaria?) per incidere fortemente - pur nel l'assoluto rispetto delle sovranità territoriali - sull' assetto geopolitico dell'intera area. Certo è molto difficile farlo quando fino ad ieri si sono baciate le mani dei dittatori di turno.