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martedì 11 dicembre 2012

Kora, l'arpa-liuto d'Africa

La kora è lo strumento tradizione a corde dell'etnia Mandinka, ma più in generale dell'Africa Occidentale. Assieme al balafon (una sorta di xilofono) e allo n'goni (uno strumento avvicinabile al benjo) rappresenta la triade di strumenti musicali utilizzati dai griot (i suonatori di kora sono chiamati jali), musicisti, cantastorie e custodi delle tradizioni orali dell'Africa occidentale.
La kora è suonata tradizionalmente in Guinea, Guinea Bissau, Mali, Senegal, Burkina Faso e Gambia.
Tecnicamente la kora appartiene alla famiglia dei cordofoni (in particolare essa è ritenuta una arpa-liuto) ed è costituita da una cassa armonica costruita da una grande mezza zucca (una calabash - lagenaria siceraria -, la stessa usata anche per la costruzione del balafon), svuotata, su cui è tirata una pelle di animale (mucca o antilope). Sulla cassa vi è un manico da cui partono 21 corde (un tempo di cuoio, oggi in nylon) disposte in due file parallele di 10 e 11 corde (vi sono varianti di kora che arrivano anche a 28 corde complessive).
Il suonatore di kora la usa ponendola di fronte a sè e reggendola, con le dita medie, attreverso due appositi manici di legno, mentre le corde (10 da una parte e 11 dall'altra, nella versione a 21 corde) vengono pizzicate con l'indice e il pollice Lo strumento, pur simile all'arpa, si suona con tecniche più vicine alla chitarra flamenca.
Si parla di kora fin dai tempi dell'antico Regno del Mali, sebbene le prime testimonianze scritte sono della fine del 1700 ad opera degli esploratori europei (in particolare lo scozzese Mungo Park che la descrive in un resoconto di viaggio del 1799).


foto dalla rete
Tra i suonatori di kora di cui Sancara ha pubblicato dei post, vi rimando al gambiano Ebraima Tata Dindin, al maliano Toumani Diabatè (nel video) e al guineano Mory Kantè.

Esiste anche una versione elettrificata della kora, chiamata gravikord, che pur riproducendo il suo suono, non ha nulla a che vedere con la magia tradizionale strumento.

I siti Cora Connection e The Kora Workshop per approfondire questo straordinario strumento

Vai alla pagina di Sancara sugli strumenti musicali africani

martedì 13 dicembre 2011

Musica: Toumani Diabatè, il maestro di Kora

Toumani Diabatè è un musicista del Mali, nato a Bamako il 10 agosto del 1965. Nato da una famiglia di griot (cantastorie e suonatori della cultura mandinka), da generazioni (nella sua biografia si parla di 71 generazioni), suonatori di kora, il padre Sidiki Diabatè (1922-1996, nato in Gambia da genitori maliani), anch'esso musicista, era chiamato "the King of the Kora" ed aveva inciso nel 1970 il primo album di solo kora. Diabatè ha avviato un percorso artistico-musicale atto a riscoprire la cultura e la tradizione del popolo mande - a conferma del suo incarnare la figura del griot, seppure in una definizione più moderna. La sua attività musicale lo porta da un lato ad esplorare la tradizione e dall'altra ad avventurarsi in campi musicali apparentemente molto distanti tra loro come il flamenco (con il gruppo Ketama e poi con il gruppo Songhai, in quel genere che viene definito "il nuovo flamenco" a causa delle sue contaminazioni), il blues (con l'artista americano afroamericano Taj Mahal), con il jazz (in particolare con il trombonista Roswell Rudd, uno stretto collaboratore di Archie Shepp, nonchè amante del Mali) e perfino con musiche nordiche (in particolare con l'artista islandese Bjork).
Nel 1987 collabora all'album dell'ensamble del padre Sidiki Ba Togoma, uno delle rare incisioni di Sidiki Diabatè, mentre nel 1988 incide il suo primo album per kora sola, Kaira.
Da allora Toumani ha continuato ad incidere, collaborando anche con Ballake Sissoko e con il grande chitarrista maliano Alì Farka Tourè (con cui nel 2006 ha vinto un Grammy Award per l'album In the Heart of the Moon, pubblicato nel 2005).



Ha fondato in Mali anche The Symmetric Orchestra composta quasi esclusivamente da griot, che oltre a suonare gli strumenti tradizionali (kora, balafon, djembe) usano anche tastiere e chitarre elettriche, ancora una volta a sottolineare l'idea della contaminazione musicale che da sempre accompagna il percorso musicale del maestro di kora Diabatè.
Il suo ultimo lavoro è del 2010 ed è una raccolta di registrazioni con Ali Farka Tourè (morto nel 2006) intitolato Ali and Toumani.


Ecco il suo sito ufficiale

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lunedì 11 aprile 2011

Musica: Tata Dindin

Tata Dindin è il nome d'arte di Ebraima Jobarteh, un suonatore di kora nato a Brikama in Gambia nel 1965. Discendente da una famiglia che ha prodotto grandi suonatori di kora, è il figlio maggiore di Malamini Jobarteh, anch'esso grande suonatore di kora, che lo inizia allo strumento a partire dai 6 anni. Jobarteh iniziò a studiare la storia e la musica tradizionale mandinka, approfondendo la tecnica della kora (che appartiene alla tradizione musicale mandinka), tipica della tradizione dei cantastorie (griot), divenendo uno dei più talentuosi e innovatori strumentisti. La kora è uno strumento a 21-28 corde, con un suono che ricorda un'arpa, con una cassa armonica costituita da un grande zucca ricoperta da una pelle di mucca o di antilope.
In Africa Occidentale dove la kora è molto diffusa è chiamato lo "strumento dei re".

Tata Dindin costituisce negli anni '90 in Gambia un gruppo di 8 elementi chiamato Salam, che mette insieme oltre alla kora a 23 corde, anche il basso elettrico, la chitarra elettrica e la batteria e il balafhon. Con il suo gruppo nel 1995 incide il primo album Salam. ben presto diventa un idolo tra i giovani del suo paese.


Oggi Ebraima Tata Dindin è considerato uno dei più virtuosi suonatori di kora.
Nel 2008 ha inciso il suo ultimo lavoro chiamato Kanadè.

Tata Dindin ha anche stretto, a partire dal 1997, un rapporto musicale con il pianista tedesco Hans Ludemann, con cui nel 2000 ha inciso un album dal vivo "Piano meets Kora - African Dialogues".

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domenica 7 novembre 2010

Musica: Mory Kantè

Mory Kantè, è nato a Kissidougou nel nord della Guinea, il 29 marzo 1950 da una famiglia mandinka di griot, cantori, poeti e musicisti che hanno il compito di preservare e tramandare la cultura orale.
E' un musicista (chitarra e balafon, una sorta di xilofono con delle zucche a fare da casse armoniche), cantante e soprattutto un suonatore di kora, uno strumento a corde (21 corde, con variazioni che rrivano fino a 28) tradizionale dell'etnia Mandinka in Africa Occidentale la cui cassa armonica è costituita da una grande mezza zucca ricoperta con pelle di mucca o di antilope. Definita da qualcuno come arpa-liuto.
Ultimo di 38 fratelli, a 15 anni viene mandato a Bamako, capitale del Mali, per essere iniziato alla tradizione griot. Nel 1971 entra a far parte della Rail Band di Bamako come chirattista belafonista e nel 1973 sostituisce alla voce Salif Keita. Inizia, da autodidatta, a studiare la kora e nel 1978 lascia il Mali per la Costa d'Avorio. Nel 1981 incide il suo primo disco e nel 1984 si trasferisce a Parigi - dove da immigrato clandestino - suona nei locali parigini. Nel 1987 grazie al singolo Yekè Yekè, che vende un milione di copie (forse il singolo africano più venduto al mondo), ottiene il successo internazionale. Nel 1991, da ex immigrato clandestino, rappresenta la Francia in un concerto a New York(assieme all'algerino Khaled) nel giorno della presa della Bastiglia.
Ha collaborato con artisti del calibro di Carlos Santana, i Talking Heads, Martyn Young, Jeff Portaro e Manu Dibango.
Dal 2001 è ambasciatore nel mondo della FAO e in questa veste partecipa a trasmissioni televisive e radiofoniche raccogliendo fondi per la lotta alla fame nel mondo. E' inoltre molto attivo nella promozione e nelle diffusione della musica africana nel mondo.






Il sito ufficiale di Mory Kantè.