lunedì 1 novembre 2010

Albinismo, una disgrazia per alcuni

L'albinismo (dal latino "albus"=bianco) è una anomalia ereditaria congenita caratterizzata dalla deficienza (o assenza) dei pigmenti (melanina) della pelle, degli occhi (iride) e dei peli. La sua frequenza è di 1 ogni 20.000 individui, nel mondo, ma raggiunge livelli più alti (1/12.000) nelle popolazioni afro-americane. Quindi secondo le classificazioni ufficiali è una malattia rara.
Essendo un fenotipo recessivo, è necessario che entrambi i genitori abbiano tale anomalia nel proprio genoma.
Per gli aspetti scientifici e sociali di questa anomalia genetica, vi segnalo il portale italiano sullo studio e la ricerca dell'Albinismo, o il sito Albinismo.eu o il NOAH.
Vale solo la pena segnalare che il fenomeno dell'albinismo è presente in tutte le specie animali e in molte vegetali.

Purtroppo in Africa l'albinismo - che in alcune comunità, ad esempio nel Niger, assume livelli più significativi di manifestazione (1 ogni 1000) - diventa oggetto di superstizione e emarginazione. Da alcuni considerata una maledizione da cui tenersi lontani, da altri un tabù, da altri ancora "il materiale" da cui trarre stregonesche ricette per favorire la ricchezza o porzioni contro il malocchio o per curare le più diverse malattie.
In Africa dell'Est la situazione sembra assumere i contorni di una vera e propria strage. Non passa giorno che non vi siano notizie di albini spariti o ammazzati. Solo nella Tanzania e nel Burundi, dal 2008 sono stati uccisi circa 100 albini (l'ultimo ritrovato è stato, una decina di giorni fa al confine tra Tanzania e Burundi, un bambino di 9 anni).
In molte zone dell'Africa sono in corso campagne di sensibilizzazione ed informazione sull'albinismo, soprattutto nelle aree rurali, mentre nello Swaziland il governo è in procinto di varare un registro degli albini con lo scopo di proteggerli.
E' chiaro che i numeri non devono impressionare - pur trattandosi di episodi gravi da combattere con tutti i mezzi - stiamo parlando di situazioni al limite, che avvengono in zone rurali dove sono ancora vivono superstizioni e credenze e dove prevale una generale ignoranza. Tali episodi nulla hanno a che vedere con la realtà, la cultura e la storia dei paesi in cui avvengono, molti dei quali sono fortemente impegnati nella lotta a queste aberrazioni dell'umanità.
Negli ultimi anni decenni un musicista maliano, la star internazionale Salif Keita, albino, è diventato un simbolo (oltre che un esempio) della lotta alla superstizione che porta all'emarginazione degli albini.

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